Lunedì sera.
Forse non tutti sanno che amo cantare, e infatti stavo cantando, poco, fa, Autumn Leaves, una canzone degli anni '40 che trovo stupenda.
Nel mentre, interrompe la mia solitaria performance canora via whatsapp nientepopodimenoche Mr. Willy Wonka, informandomi che...
Mr WW: "stanotte ti ho sognata... e ti chiamavo, nel sogno, Amonet [una divinità egizia]"
Lisa: "Wow... quindi siamo nella mitologia..."
E lui non demorde...
Mr WW: " e poi,ovviamente, facevamo sesso..."
Lisa: "Dalla mitologia alla fantascienza! Favoloso!"
Un consiglio?
Se potete, riciclatela.
Romance in the city?
martedì 1 luglio 2014
giovedì 5 giugno 2014
prove dell'evoluzione - io ho un'audi
Cosa succede, quando una donna in tacchi a spillo parcheggia in divieto di sosta e sta volando a un appuntamento di lavoro?
Succede che incontra lo stronzo con l'Audi.
Vedo correre verso di me un maniaco in pantaloni color kaki, camicia bianca e giacca di cotone nera, occhiali da sole vintage e sguardo minaccioso.
Cafone: "Mi ha toccato la macchina!!!" strilla
Lisa: "No, veramente no..."
Cafone: "Ho visto la sua auto ondeggiare mentre parcheggiava"
(ma questo si apposta tutto il giorno a vedere le auto che ondeggiano?)
Lisa: "Certo che ha ondeggiato, è passata su un tombino..."
Cafone: "Comunque la sposti, è in divieto"
Lisa: "Questo è un problema mio e dei vigili, mica suo"
Mi avvio verso la porta, chiavi in mano.
Il cafone mi insegue, bofonchiando qualcosa, poi esplode.
"Non capisco perché non voglia spostare la macchina, io con la sua davanti non esco, l'avevo messa davanti a tutte apposta per non fare manovre!"
(E poi dicono che le donne non sanno guidare...)
Lisa: "Senta, io devo andare al lavoro"
Cafone: "E io ho un'Audi"
Cyborgsirena alle stelle. Allarme stronzo in atto. Uscite di sicurezza attivate.
Estraggo 50 euro dalla borsa e li porgo al cafone.
Lisa: "Senta, è chiaro che lei non ha rapporti sessuali da diverso tempo e che nessuna donna verrebbe volontariamente insieme a lei. Perché non va a farsi una sveltina alla mia salute?"
Il cafone osserva i soldi. Osserva me. Ondeggia leggermente. Si volta e se ne va, bofonchiando improperi.
Rimetto via i 50 euro e me ne vado gongolando.
Ancora una volta, giustizia è fatta.
Succede che incontra lo stronzo con l'Audi.
Vedo correre verso di me un maniaco in pantaloni color kaki, camicia bianca e giacca di cotone nera, occhiali da sole vintage e sguardo minaccioso.
Cafone: "Mi ha toccato la macchina!!!" strilla
Lisa: "No, veramente no..."
Cafone: "Ho visto la sua auto ondeggiare mentre parcheggiava"
(ma questo si apposta tutto il giorno a vedere le auto che ondeggiano?)
Lisa: "Certo che ha ondeggiato, è passata su un tombino..."
Cafone: "Comunque la sposti, è in divieto"
Lisa: "Questo è un problema mio e dei vigili, mica suo"
Mi avvio verso la porta, chiavi in mano.
Il cafone mi insegue, bofonchiando qualcosa, poi esplode.
"Non capisco perché non voglia spostare la macchina, io con la sua davanti non esco, l'avevo messa davanti a tutte apposta per non fare manovre!"
(E poi dicono che le donne non sanno guidare...)
Lisa: "Senta, io devo andare al lavoro"
Cafone: "E io ho un'Audi"
Cyborgsirena alle stelle. Allarme stronzo in atto. Uscite di sicurezza attivate.
Estraggo 50 euro dalla borsa e li porgo al cafone.
Lisa: "Senta, è chiaro che lei non ha rapporti sessuali da diverso tempo e che nessuna donna verrebbe volontariamente insieme a lei. Perché non va a farsi una sveltina alla mia salute?"
Il cafone osserva i soldi. Osserva me. Ondeggia leggermente. Si volta e se ne va, bofonchiando improperi.
Rimetto via i 50 euro e me ne vado gongolando.
Ancora una volta, giustizia è fatta.
lunedì 26 maggio 2014
...e sono TRENTA!!!
Qualcuno ha detto che ho trent'anni, e dovrei smetterla di scrivere un blog di disgrazie amorose.
Qualcuno ha detto che, proprio perché ho trent'anni, dovrei continuare a scrivere un blog di disgrazie amorose, in modo da ricordare quanto stavo male prima di Johnny (in effetti, da quando sto con lui ho molto meno materiale).
Quello che importa è che oggi l'universo cospira a mio favore:
- la radio mi ha accompagnata al lavoro con: Every breath you take dei Police; Heaven dei Depeche Mode; Space Oddity di David Bowie (ossia la canzone che voglio al mio funerale).
- il Dio del parcheggio mi ha fatto trovare un posto sulle strisce bianche sotto il mio studio, in pieno centro.
- Johnny... mi ha regalato questa ! E io ho capito di averlo finalmente educato.
Qualcuno ha detto che, proprio perché ho trent'anni, dovrei continuare a scrivere un blog di disgrazie amorose, in modo da ricordare quanto stavo male prima di Johnny (in effetti, da quando sto con lui ho molto meno materiale).
Quello che importa è che oggi l'universo cospira a mio favore:
- la radio mi ha accompagnata al lavoro con: Every breath you take dei Police; Heaven dei Depeche Mode; Space Oddity di David Bowie (ossia la canzone che voglio al mio funerale).
- il Dio del parcheggio mi ha fatto trovare un posto sulle strisce bianche sotto il mio studio, in pieno centro.
- Johnny... mi ha regalato questa ! E io ho capito di averlo finalmente educato.
sabato 8 marzo 2014
cronaca nera e rosa
Quella che vi racconto stasera è una storia appresa ieri sera da una cara amica, che qui chiede venga usato lo pseudonimo di Miranda (Hobbes, ovviamente, da Sex and the city).
Miranda è un giovane avvocato, che la scorsa settimana si è vista mandare in studio da un collega due clienti nigeriani.
Uno dei due atti difensivi da redigere era in scadenza entro pochissimi giorni, così, nonostante le reciproche difficoltà di comprensione, decide di dar loro una mano e fargli il lavoro, tentando di spiegargli in cosa sarebbe dovuto consistere. Chiede loro di tornare il pomeriggio seguente, alle 15, con tutta la documentazione per redigere l'atto difensivo e di portare un acconto sul dovuto.
Due giorni dopo, soltanto uno dei due clienti si presenta, alle 17.
Niente male, due giorni e due ore di ritardo.
Per fortuna che era urgente.
Porta i documenti ma niente soldi.
Miranda, nel frattempo, aveva fatto le indagini di rito e aveva verificato che poteva fare effettivamente qualcosa, ma sapeva anche per esperienza che se avesse fatto il lavoro senza nemmeno un acconto il tizio sarebbe sparito senza pagare nulla. Chiede quindi spiegazioni.
Il nigeriano annuncia che l'altro amico sta arrivando con l'acconto.
Aspettano fino alle 19:40.
Nel frattempo, i colleghi dello studio se ne vanno, finché lei rimane sola.
A quel punto, dopo una telefonata di sollecito, arriva l'amico, ma anche lui dice di non avere soldi. Non ha neanche i documenti.
In compenso, si mettono a urlarle entrambi di fare il lavoro immediatamente.
Miranda minaccia di chiamare la polizia e, a quel punto, magicamente spunta un acconto (meno di un terzo di quanto richiesto). Procede comunque con l'inoltro a mezzo pec, la fatturazione e il rilascio della ricevuta della pec inviata, per il "cliente" che ha portato i documenti, e in questo lavoro è "caldamente" sollecitata dai due.
Poi, spera in cuor suo di non vederli mai più.
I giorni seguenti, i due si introducono di continuo e furtivamente nel palazzo dello studio legale, aspettando che qualcuno apra il portone. Suonano poi il campanello della porta e, appena qualcuno la socchiude per vedere chi è, spingono e si introducono all'interno dello studio legale, andando dritti dritti da Miranda e urlandole che vogliono indietro i loro soldi.
La cosa accade cinque volte in cinque giorni finché, esasperata, oggi Miranda decide di chiamare i Carabinieri, per affidare alle loro gentili cure i due loschi figuri.
La parte comica è che i due nigeriani erano anche felici dell'arrivo dei Carabinieri, convinti di poter dimostrare che avevano subito una truffa da parte dell'avvocato, perché nel giro di cinque giorni dall'invio della pec non avevano ricevuto notizie sullo stato della loro pratica.
Forse non sanno che siamo in Italia.
Miranda inizia ad avere il dubbio che i due non abbiano capito un assoluto cazzo di quello che gli ha ripetutamente spiegato.
Dopo due minuti dalla chiamata arrivano i Carabinieri, che saranno ricordati nei secoli come gli eroi salvatori della nostra donzella perseguitata.
Miranda nota subito che uno è decisamente carino ma, date le circostanze, non ci fa molto caso.
Iniziano a farsi spiegare l'accaduto da entrambe le parti. Controllano che Miranda abbia svolto il lavoro, la ricevuta della pec, lei esibisce anche la fattura (giusto per non dare adito a dubbi).
Si esibiscono i rispettivi documenti (che i due nigeriani non hanno con sé ma di cui Miranda ha le fotocopie) e il pezzo di manzo dell'Arma fa notare a Miranda che ha la sua stessa età, sorridendo. La invita a tranquillizzarsi, dicendole che è tutto a posto, e poi impone "sit down" ai due che, concitati, iniziano a capire la situazione e vogliono darsela a gambe.
Ai due nigeriani viene detto di non tornare mai più nello studio a dare fastidio e che lui lascerà all'avvocato il suo numero "per sapere se sono tornati".
Effettivamente lascia il numero di riferimento, nome e cognome, con un sorriso che fa passare a Miranda ogni brutto pensiero della giornata.
Poi se li portano via per accertamenti e, un paio d'ore dopo, Miranda riceve la chiamata del Carabiniere sul cellulare che la invita a formalizzare la querela in stazione.
Dice che andrà lunedì e ringrazia per il servizio reso.
Lui dice che spera di vederla, per la querela o "comunque in altre situazioni, spero più piacevoli".
Tutto il genere femminile ringrazia l'Arma all'unanimità per questo fulgido esempio, raro ma esistente, di moderno eroe salvatore di pulzelle: tempestivo, autoritario, gentile e pure figo.
Ringraziamo entrambi, ovviamente.
Ma Miranda ha rivelato, in confidenza, che l'altro non era così figo.
Miranda è un giovane avvocato, che la scorsa settimana si è vista mandare in studio da un collega due clienti nigeriani.
Uno dei due atti difensivi da redigere era in scadenza entro pochissimi giorni, così, nonostante le reciproche difficoltà di comprensione, decide di dar loro una mano e fargli il lavoro, tentando di spiegargli in cosa sarebbe dovuto consistere. Chiede loro di tornare il pomeriggio seguente, alle 15, con tutta la documentazione per redigere l'atto difensivo e di portare un acconto sul dovuto.
Due giorni dopo, soltanto uno dei due clienti si presenta, alle 17.
Niente male, due giorni e due ore di ritardo.
Per fortuna che era urgente.
Porta i documenti ma niente soldi.
Miranda, nel frattempo, aveva fatto le indagini di rito e aveva verificato che poteva fare effettivamente qualcosa, ma sapeva anche per esperienza che se avesse fatto il lavoro senza nemmeno un acconto il tizio sarebbe sparito senza pagare nulla. Chiede quindi spiegazioni.
Il nigeriano annuncia che l'altro amico sta arrivando con l'acconto.
Aspettano fino alle 19:40.
Nel frattempo, i colleghi dello studio se ne vanno, finché lei rimane sola.
A quel punto, dopo una telefonata di sollecito, arriva l'amico, ma anche lui dice di non avere soldi. Non ha neanche i documenti.
In compenso, si mettono a urlarle entrambi di fare il lavoro immediatamente.
Miranda minaccia di chiamare la polizia e, a quel punto, magicamente spunta un acconto (meno di un terzo di quanto richiesto). Procede comunque con l'inoltro a mezzo pec, la fatturazione e il rilascio della ricevuta della pec inviata, per il "cliente" che ha portato i documenti, e in questo lavoro è "caldamente" sollecitata dai due.
Poi, spera in cuor suo di non vederli mai più.
I giorni seguenti, i due si introducono di continuo e furtivamente nel palazzo dello studio legale, aspettando che qualcuno apra il portone. Suonano poi il campanello della porta e, appena qualcuno la socchiude per vedere chi è, spingono e si introducono all'interno dello studio legale, andando dritti dritti da Miranda e urlandole che vogliono indietro i loro soldi.
La cosa accade cinque volte in cinque giorni finché, esasperata, oggi Miranda decide di chiamare i Carabinieri, per affidare alle loro gentili cure i due loschi figuri.
La parte comica è che i due nigeriani erano anche felici dell'arrivo dei Carabinieri, convinti di poter dimostrare che avevano subito una truffa da parte dell'avvocato, perché nel giro di cinque giorni dall'invio della pec non avevano ricevuto notizie sullo stato della loro pratica.
Forse non sanno che siamo in Italia.
Miranda inizia ad avere il dubbio che i due non abbiano capito un assoluto cazzo di quello che gli ha ripetutamente spiegato.
Dopo due minuti dalla chiamata arrivano i Carabinieri, che saranno ricordati nei secoli come gli eroi salvatori della nostra donzella perseguitata.
Miranda nota subito che uno è decisamente carino ma, date le circostanze, non ci fa molto caso.
Iniziano a farsi spiegare l'accaduto da entrambe le parti. Controllano che Miranda abbia svolto il lavoro, la ricevuta della pec, lei esibisce anche la fattura (giusto per non dare adito a dubbi).
Si esibiscono i rispettivi documenti (che i due nigeriani non hanno con sé ma di cui Miranda ha le fotocopie) e il pezzo di manzo dell'Arma fa notare a Miranda che ha la sua stessa età, sorridendo. La invita a tranquillizzarsi, dicendole che è tutto a posto, e poi impone "sit down" ai due che, concitati, iniziano a capire la situazione e vogliono darsela a gambe.
Ai due nigeriani viene detto di non tornare mai più nello studio a dare fastidio e che lui lascerà all'avvocato il suo numero "per sapere se sono tornati".
Effettivamente lascia il numero di riferimento, nome e cognome, con un sorriso che fa passare a Miranda ogni brutto pensiero della giornata.
Poi se li portano via per accertamenti e, un paio d'ore dopo, Miranda riceve la chiamata del Carabiniere sul cellulare che la invita a formalizzare la querela in stazione.
Dice che andrà lunedì e ringrazia per il servizio reso.
Lui dice che spera di vederla, per la querela o "comunque in altre situazioni, spero più piacevoli".
Tutto il genere femminile ringrazia l'Arma all'unanimità per questo fulgido esempio, raro ma esistente, di moderno eroe salvatore di pulzelle: tempestivo, autoritario, gentile e pure figo.
Ringraziamo entrambi, ovviamente.
Ma Miranda ha rivelato, in confidenza, che l'altro non era così figo.
martedì 25 febbraio 2014
prove dell'evoluzione - sesso a primavera
Sesso a primavera.
Un cliché, praticamente come il sesso a Capodanno.
La primavera porta con sè quella voglia di passeggiate, di romanticismo, di fornicare sotto i salici piangenti nella luce dei tramonti che finalmente escono dal grigiore... invece no. Per alcune donne "primavera" vuol dire rincorrere il marito o il compagno che, in calore, si attacca a qualunque sottana svolazzante.
E ti dici che forse era meglio restasse per sempre la bufera, nota portatrice di calze coprenti.
Per altre vuol dire tenersi gli ormoni in tasca perché la baracca è chiusa per inventario.
Per questo motivo sono passata d'urgenza a trovare le amiche di Milano, città impraticabile nel periodo invernale perché una gita nella metropoli con la pioggia equivale a una depressione di due settimane.
Dopo aver detto arrivederci al mio giardino e al mio uomo, salivo sul treno e mi cullavo dolcemente nel riscaldamento a pallettone di trenitalia, viaggiando verso la mia città adottiva dei tempi dell'università.
Mi rendo conto immediatamente che la situazione sentimentale delle amiche è davvero tragicomica, e meritava sul serio la convocazione d'urgenza della vecchia zia Lisa.
Carla, che annusava odore di corna da diverso tempo, aveva ricevuto un paio di mesi prima la notizia che il compagno se ne andava di casa perché si era innamorato della segretaria e voleva sposarla.
"Non lo facevo tipo da cliché"
"Dice che lei è una donna forte, mentre io sono stata una compagna dolce e meravigliosa, ma non sono la donna della sua vita"
Deglutisce un sorso di Martini mentre rimaniamo tutte ammutolite, incapaci di fare commenti.
Il problema della convivenza è che è un matrimonio con diritto di recesso, senza carte per il duvorzio, avvocati e giudici.
Loro non si erano mai sposati. Lui non credeva nel matrimonio. Così diceva.
"Così, ecco, io... volevo vederla. Non l'avevo mai vista e mi aspettavo una strafiga ventunenne, sapete... una di quelle stagiste bionde con il rossetto rosa..."
"E cos'hai fatto?"
"Ho assunto un investigatore"
"Cameriere, un altro giro. Abbiamo una rara malattia mentale, per cui dobbiamo bere un Martini ogni mezz'ora o ci mettiamo a urlare come delle scimmie lanciando forchette per il locale. Sputa il rospo, tesoro".
"Mi arriva questo raro esemplare di manzo di investigatore privato, e dopo pochissimo tempo sono al corrente dei loro spostamenti e della loro routine. Così, un giorno, li aspetto sotto la nuova casa del mio... ex."
"Bevi."
"Ecco, lui... arriva con una cozza imperiale. Brutta, sciatta, secca. Al che non ce la faccio più. Mi avvicino."
"E...?"
"E lo guardo in faccia, tra il sorpreso, il divertito e lo scandalizzato: Oh, tu, ma dopo tre anni insieme dovevi proprio piantarmi per una così brutta? Ragazze mie, me ne sono andata da quel buco di appartamento alla velocità della luce, sollevata e... ho telefonato all'investigatore manzo. Usciamo domani."
Per un attimo confesso che avevo temuto il peggio, ma tutto sommato Carla ha sempre avuto le palle.
Quella che è veramente messa male, invece, è Daniela.
Daniela è una ragazza madre, che ha preferito tenersi un figlio da sola piuttosto che accudirne due (il figlio e suo padre).
E' sempre stata indipendente, almeno finché ha incontrato Luca. Bello, gentile, adorava il figlio di Daniela ed era innamoratissimo di lei.
I primi mesi sono stati pieni di passione, almeno finché, un giorno, Luca si scusa senza alcuna ragione al mondo, annunciando che lui "in realtà non è un tipo molto sessuale".
Daniela ci ride su.
Da quel giorno è passato oltre un anno. Non hanno più fatto sesso.
Neanche una volta, eh.
Da qui il soprannome di Luca: lo pseudo-fidanzato; detto anche, per brevità, lo Pseudo.
Io ignoravo che esistesse una categoria maschile che rifiuta il sesso, eppure con lui non c'è davvero verso: completini, seratine, cenette, giochini, sembrano non produrre alcun effetto sul sistema circolatorio del soggetto in questione.
Una sera, sul divano, dopo diversi mesi di vita monacale, Daniela si inginocchiava sul tappeto per... avete capito... e lui, in risposta, le prende la testa fra le mani e, con voce premurosa, le chiede:
"Amooore... ma cosa fai stellina? Non fare queste cose."
Inevitabile il commento: "E dopo 'sta uscita, la neuro lo lascia a piede libero?"
Ma Daniela, imperterrita, ha preferito parlare con lui del loro rapporto. Ossia fargli capire che, se non poteva avere il sesso in casa, sarebbe andata a cercarselo fuori.
"Ho capito stellina, hai bisogno di distrarti. Stasera ti porto a fare un'esperienza diversa per farmi perdonare."
Cazzo, allora ha delle perversioni. Questo spiega tutto.
Beh, se è l'unico modo per recuperare il rapporto, andiamo a vedere cosa gli piace.
Lo pseudo passa a casa di Daniela alle 19 in punto.
Lei scende con un abitino nero e il tacco 12.
Lui ha la macchina piena di scatoloni ed è praticamente in tuta.
"Traslochi?" chiede lei, nel terrore più cieco.
O vuoi farmi a pezzi e mettermi negli scatoloni?
"Ahahahahah no amore, voglio che facciamo un'esperienza diversa per cementare il nostro rapporto! Per questo ho messo negli scatoloni tutti i miei vecchi libri e adesso ce ne andiamo insieme al Libraccio!"
"Oh, ma tu non sei a posto!!!"
All'unanimità decretiamo che no, Luca non è a posto.
Anche il vicino di tavolo, soggetto impresentabile a chicchessia, brutto e con maglione a rombi nei toni del vinaccia, concorda. Probabilmente ascolta la nostra conversazione da almeno quindici minuti.
"Penso anch'io che il suo uomo non sia a posto, signorina. Perché non esce con me, invece che con lui? E' primavera!"
Interviene zia Lisa:
"Appunto, c'è il sole. Provi a tornare quando c'è nebbia a banchi, magari le strappa un appuntamento."
Un cliché, praticamente come il sesso a Capodanno.
La primavera porta con sè quella voglia di passeggiate, di romanticismo, di fornicare sotto i salici piangenti nella luce dei tramonti che finalmente escono dal grigiore... invece no. Per alcune donne "primavera" vuol dire rincorrere il marito o il compagno che, in calore, si attacca a qualunque sottana svolazzante.
E ti dici che forse era meglio restasse per sempre la bufera, nota portatrice di calze coprenti.
Per altre vuol dire tenersi gli ormoni in tasca perché la baracca è chiusa per inventario.
Per questo motivo sono passata d'urgenza a trovare le amiche di Milano, città impraticabile nel periodo invernale perché una gita nella metropoli con la pioggia equivale a una depressione di due settimane.
Dopo aver detto arrivederci al mio giardino e al mio uomo, salivo sul treno e mi cullavo dolcemente nel riscaldamento a pallettone di trenitalia, viaggiando verso la mia città adottiva dei tempi dell'università.
Mi rendo conto immediatamente che la situazione sentimentale delle amiche è davvero tragicomica, e meritava sul serio la convocazione d'urgenza della vecchia zia Lisa.
Carla, che annusava odore di corna da diverso tempo, aveva ricevuto un paio di mesi prima la notizia che il compagno se ne andava di casa perché si era innamorato della segretaria e voleva sposarla.
"Non lo facevo tipo da cliché"
"Dice che lei è una donna forte, mentre io sono stata una compagna dolce e meravigliosa, ma non sono la donna della sua vita"
Deglutisce un sorso di Martini mentre rimaniamo tutte ammutolite, incapaci di fare commenti.
Il problema della convivenza è che è un matrimonio con diritto di recesso, senza carte per il duvorzio, avvocati e giudici.
Loro non si erano mai sposati. Lui non credeva nel matrimonio. Così diceva.
"Così, ecco, io... volevo vederla. Non l'avevo mai vista e mi aspettavo una strafiga ventunenne, sapete... una di quelle stagiste bionde con il rossetto rosa..."
"E cos'hai fatto?"
"Ho assunto un investigatore"
"Cameriere, un altro giro. Abbiamo una rara malattia mentale, per cui dobbiamo bere un Martini ogni mezz'ora o ci mettiamo a urlare come delle scimmie lanciando forchette per il locale. Sputa il rospo, tesoro".
"Mi arriva questo raro esemplare di manzo di investigatore privato, e dopo pochissimo tempo sono al corrente dei loro spostamenti e della loro routine. Così, un giorno, li aspetto sotto la nuova casa del mio... ex."
"Bevi."
"Ecco, lui... arriva con una cozza imperiale. Brutta, sciatta, secca. Al che non ce la faccio più. Mi avvicino."
"E...?"
"E lo guardo in faccia, tra il sorpreso, il divertito e lo scandalizzato: Oh, tu, ma dopo tre anni insieme dovevi proprio piantarmi per una così brutta? Ragazze mie, me ne sono andata da quel buco di appartamento alla velocità della luce, sollevata e... ho telefonato all'investigatore manzo. Usciamo domani."
Per un attimo confesso che avevo temuto il peggio, ma tutto sommato Carla ha sempre avuto le palle.
Quella che è veramente messa male, invece, è Daniela.
Daniela è una ragazza madre, che ha preferito tenersi un figlio da sola piuttosto che accudirne due (il figlio e suo padre).
E' sempre stata indipendente, almeno finché ha incontrato Luca. Bello, gentile, adorava il figlio di Daniela ed era innamoratissimo di lei.
I primi mesi sono stati pieni di passione, almeno finché, un giorno, Luca si scusa senza alcuna ragione al mondo, annunciando che lui "in realtà non è un tipo molto sessuale".
Daniela ci ride su.
Da quel giorno è passato oltre un anno. Non hanno più fatto sesso.
Neanche una volta, eh.
Da qui il soprannome di Luca: lo pseudo-fidanzato; detto anche, per brevità, lo Pseudo.
Io ignoravo che esistesse una categoria maschile che rifiuta il sesso, eppure con lui non c'è davvero verso: completini, seratine, cenette, giochini, sembrano non produrre alcun effetto sul sistema circolatorio del soggetto in questione.
Una sera, sul divano, dopo diversi mesi di vita monacale, Daniela si inginocchiava sul tappeto per... avete capito... e lui, in risposta, le prende la testa fra le mani e, con voce premurosa, le chiede:
"Amooore... ma cosa fai stellina? Non fare queste cose."
Inevitabile il commento: "E dopo 'sta uscita, la neuro lo lascia a piede libero?"
Ma Daniela, imperterrita, ha preferito parlare con lui del loro rapporto. Ossia fargli capire che, se non poteva avere il sesso in casa, sarebbe andata a cercarselo fuori.
"Ho capito stellina, hai bisogno di distrarti. Stasera ti porto a fare un'esperienza diversa per farmi perdonare."
Cazzo, allora ha delle perversioni. Questo spiega tutto.
Beh, se è l'unico modo per recuperare il rapporto, andiamo a vedere cosa gli piace.
Lo pseudo passa a casa di Daniela alle 19 in punto.
Lei scende con un abitino nero e il tacco 12.
Lui ha la macchina piena di scatoloni ed è praticamente in tuta.
"Traslochi?" chiede lei, nel terrore più cieco.
O vuoi farmi a pezzi e mettermi negli scatoloni?
"Ahahahahah no amore, voglio che facciamo un'esperienza diversa per cementare il nostro rapporto! Per questo ho messo negli scatoloni tutti i miei vecchi libri e adesso ce ne andiamo insieme al Libraccio!"
"Oh, ma tu non sei a posto!!!"
All'unanimità decretiamo che no, Luca non è a posto.
Anche il vicino di tavolo, soggetto impresentabile a chicchessia, brutto e con maglione a rombi nei toni del vinaccia, concorda. Probabilmente ascolta la nostra conversazione da almeno quindici minuti.
"Penso anch'io che il suo uomo non sia a posto, signorina. Perché non esce con me, invece che con lui? E' primavera!"
Interviene zia Lisa:
"Appunto, c'è il sole. Provi a tornare quando c'è nebbia a banchi, magari le strappa un appuntamento."
mercoledì 1 gennaio 2014
compilation di casi umani 2014
Essendo una persona relativamente normale, credi che andare a ballare a Capodanno con il tuo gruppo di amici e il moroso sia il miglior modo di iniziare l'anno.
Quello che non sai è che la serata, per te e le tue amiche, si rivelerà per una buona metà un insieme di mosse strategiche per fuggire da casi umani ubriachi mai visti prima.
Dopo un cenone molto più che abbondante, verso l'1:30 ci dirigiamo verso il locale prescelto, che promette musica dark wave in due sale fino alle 6:30.
Per l'occasione, ho scelto un vestitino in stile Alice nel paese delle meraviglie versione Tim Burton, anfibi neri e giubbino di pelle. Giulia sfoggia un vestitino nero con la schiena scoperta e lustrini neri. Johnny mi ha fregato la cravatta nera e non vedo l'ora di portarlo a casa. Chiara ha buttato giù 7 kg, Laura ha cambiato taglio di capelli e i rispettivi morosi sembrano avere una buona serata.
Appena entrati, scopriamo che una delle "due sale" è l'antibagno, in cui è stata montata una piccola consolle con uno strobo antiepilettici.
Di fianco alla consolle, incredibilmente, avvistiamo un collega conosciuto a un corso di formazione, anche lui bardato di nero, che letteralmente ci si arrampica addosso strillando: "Ma cosa ci fate qui? Non sapevo che ascoltaste questa musica! Lo sapevo che eravate due grandi!" e si unisce al gruppo.
Fin qui tutto bene. Brillotto ma va bene.
Dopo cinque nanosecondi nell'unica sala degna di questo nome, i sederini iniziano a sentire il ritmo e a volersi agitare.
Sennonché il collega, che qui chiameremo l'Asciugone, desidera fare conversazione.
NOTA DAL CYBORGRADAR: gli Asciugoni sono esemplari fortunatamente abbastanza rari, così definiti perché, come gli Asciugoni Regina, "non la finiscono mai".
Sovente hanno la pessima abitudine di parlarti a tre centimetri dalla faccia, avere una mira infallibile nello sputarti negli occhi e possedere una fiatella che fortunatamente, nel caso di specie, corrispondeva a Vodka alla pesca (non vi dico cosa succede quando bevono la grappa).
Si avvicina e comincia a raccontarmi la storia infinita sulla bellezza del corso di formazione sostenuto insieme, in cui ha imparato veramente molto.
Come spiegargli che sono felice di vederlo ma sono le due di notte di Capodanno e il lavoro è un argomento inappropriato?
Nel farlo, grida a due centimetri dalla mia guancia, creando un effetto da tunnel del vento e sputacchi sul mio caschetto piastrato, che più di ogni altra cosa teme l'umidità.
"Ti dispiace urlare un po' più lontano? Ci ho messo mezz'ora a farmi la piega".
Riesco a scollarmelo non appena arriva Johnny coi cocktail: colgo l'occasione per mettergli un metro di lingua in gola e far capire ad Asciugone come stanno le cose.
Immediatamente, l'esemplare in questione vira su Giulia, il cui moroso sta lavorando dall'altra parte dell'Italia e quindi sembra apparentemente più accessibile.
Finalmente si balla, e dopo tre canzoni mi giro per monitorare la situazione: i capelli di Giulia svolazzano ancora, la vedo indietreggiare gradualmente (mentre lui, chiaramente, continua imperterrito ad avvicinarsi) mi lancia uno sguardo disperato e, prima di vederla bucare il muro con la ritirata, mi decido ad andare a salvarla.
Giulia: "mi ha sputato in un occhio! Ma come ha fatto? Ho gli occhiali!"
Lisa: "eh cara mia, Pirlo fa un corso speciale per lo sputo a cucchiaio, non c'è barriera che tenga" (questa la capiranno solo gli uomini).
Mettendoci in salvo, incrociamo Diego, moroso di Chiara, che offre un giro di shots a tutti e ci presenta un nano.
Sì, ho detto un nano.
No, non sto scherzando.
Per presentarsi, il piccoletto non trova di meglio da fare che cadermi nelle tette.
Ok, daccapo: tira Johnny per la cravatta e mettigli un metro di lingua in gola. No, Lisa, non puoi picchiare uno che ti arriva alle tette.
Il nano vira sulla povera Giulia, cercando di arrampicarsi su una colonna per fare conversazione.
Lascio Johnny in pista con Diego e tiro Giulia in bagno, dove uno strobo assassino accompagna le felici danze dei pochi coraggiosi della "seconda sala".
Lì incontriamo Filippo e Laura e passiamo dei minuti tratte in salvo da tutto ciò, almeno fino a quando Laura e Giulia vanno in bagno e Filippo tenta di succhiarmi il collo. Proprio mentre sua morosa Laura, mia amica storica, sta uscendo dal bagno.
Litigio di Capodanno.
Io e Giulia fuggiamo verso la sala grande, trovando Johnny che balla sotto le casse, lontano da fenomeni da circo di vario genere.
Fenomeni da circo che, appena cerchiamo di goderci la serata, si riavvicinano.
L'Asciugone ricomincia a dirmi le stesse cose di prima, con la sola differenza che si è dimenticato del mio discorso sull'urlare lontano dei miei capelli.
Decido di informarlo che è vietato alitarmi in faccia e sputarmi nell'orecchio.
Ride e non sembra comprendere.
"MI STAI SPUTANDO ADDOSSO!!!"
Quindi accade ciò che farà ricordare Johnny come "salvatore della patria" per i secoli a venire: si avvicina, chiede all'Asciugone se gli concede un ballo con "le sue donne" e ci porta via entrambe, verso un pezzo di pista davanti al bancone, dove finalmente riusciamo a ballare fino alle 6 mentre: Filippo e Laura litigano perché "lui ci prova sempre con le sue amiche", Diego balla col nano e Chiara collassa su un divanetto.
Come felice conclusione della serata, alle ore 7:30 del mattino Johnny prepara paccheri al radicchio e brie, dicendo che me li sono abbondantemente meritati.
Tutto sommato, un Capodanno da ricordare.
Buon 2014 a tutti!!!!
Quello che non sai è che la serata, per te e le tue amiche, si rivelerà per una buona metà un insieme di mosse strategiche per fuggire da casi umani ubriachi mai visti prima.
Dopo un cenone molto più che abbondante, verso l'1:30 ci dirigiamo verso il locale prescelto, che promette musica dark wave in due sale fino alle 6:30.
Per l'occasione, ho scelto un vestitino in stile Alice nel paese delle meraviglie versione Tim Burton, anfibi neri e giubbino di pelle. Giulia sfoggia un vestitino nero con la schiena scoperta e lustrini neri. Johnny mi ha fregato la cravatta nera e non vedo l'ora di portarlo a casa. Chiara ha buttato giù 7 kg, Laura ha cambiato taglio di capelli e i rispettivi morosi sembrano avere una buona serata.
Appena entrati, scopriamo che una delle "due sale" è l'antibagno, in cui è stata montata una piccola consolle con uno strobo antiepilettici.
Di fianco alla consolle, incredibilmente, avvistiamo un collega conosciuto a un corso di formazione, anche lui bardato di nero, che letteralmente ci si arrampica addosso strillando: "Ma cosa ci fate qui? Non sapevo che ascoltaste questa musica! Lo sapevo che eravate due grandi!" e si unisce al gruppo.
Fin qui tutto bene. Brillotto ma va bene.
Dopo cinque nanosecondi nell'unica sala degna di questo nome, i sederini iniziano a sentire il ritmo e a volersi agitare.
Sennonché il collega, che qui chiameremo l'Asciugone, desidera fare conversazione.
NOTA DAL CYBORGRADAR: gli Asciugoni sono esemplari fortunatamente abbastanza rari, così definiti perché, come gli Asciugoni Regina, "non la finiscono mai".
Sovente hanno la pessima abitudine di parlarti a tre centimetri dalla faccia, avere una mira infallibile nello sputarti negli occhi e possedere una fiatella che fortunatamente, nel caso di specie, corrispondeva a Vodka alla pesca (non vi dico cosa succede quando bevono la grappa).
Si avvicina e comincia a raccontarmi la storia infinita sulla bellezza del corso di formazione sostenuto insieme, in cui ha imparato veramente molto.
Come spiegargli che sono felice di vederlo ma sono le due di notte di Capodanno e il lavoro è un argomento inappropriato?
Nel farlo, grida a due centimetri dalla mia guancia, creando un effetto da tunnel del vento e sputacchi sul mio caschetto piastrato, che più di ogni altra cosa teme l'umidità.
"Ti dispiace urlare un po' più lontano? Ci ho messo mezz'ora a farmi la piega".
Riesco a scollarmelo non appena arriva Johnny coi cocktail: colgo l'occasione per mettergli un metro di lingua in gola e far capire ad Asciugone come stanno le cose.
Immediatamente, l'esemplare in questione vira su Giulia, il cui moroso sta lavorando dall'altra parte dell'Italia e quindi sembra apparentemente più accessibile.
Finalmente si balla, e dopo tre canzoni mi giro per monitorare la situazione: i capelli di Giulia svolazzano ancora, la vedo indietreggiare gradualmente (mentre lui, chiaramente, continua imperterrito ad avvicinarsi) mi lancia uno sguardo disperato e, prima di vederla bucare il muro con la ritirata, mi decido ad andare a salvarla.
Giulia: "mi ha sputato in un occhio! Ma come ha fatto? Ho gli occhiali!"
Lisa: "eh cara mia, Pirlo fa un corso speciale per lo sputo a cucchiaio, non c'è barriera che tenga" (questa la capiranno solo gli uomini).
Mettendoci in salvo, incrociamo Diego, moroso di Chiara, che offre un giro di shots a tutti e ci presenta un nano.
Sì, ho detto un nano.
No, non sto scherzando.
Per presentarsi, il piccoletto non trova di meglio da fare che cadermi nelle tette.
Ok, daccapo: tira Johnny per la cravatta e mettigli un metro di lingua in gola. No, Lisa, non puoi picchiare uno che ti arriva alle tette.
Il nano vira sulla povera Giulia, cercando di arrampicarsi su una colonna per fare conversazione.
Lascio Johnny in pista con Diego e tiro Giulia in bagno, dove uno strobo assassino accompagna le felici danze dei pochi coraggiosi della "seconda sala".
Lì incontriamo Filippo e Laura e passiamo dei minuti tratte in salvo da tutto ciò, almeno fino a quando Laura e Giulia vanno in bagno e Filippo tenta di succhiarmi il collo. Proprio mentre sua morosa Laura, mia amica storica, sta uscendo dal bagno.
Litigio di Capodanno.
Io e Giulia fuggiamo verso la sala grande, trovando Johnny che balla sotto le casse, lontano da fenomeni da circo di vario genere.
Fenomeni da circo che, appena cerchiamo di goderci la serata, si riavvicinano.
L'Asciugone ricomincia a dirmi le stesse cose di prima, con la sola differenza che si è dimenticato del mio discorso sull'urlare lontano dei miei capelli.
Decido di informarlo che è vietato alitarmi in faccia e sputarmi nell'orecchio.
Ride e non sembra comprendere.
"MI STAI SPUTANDO ADDOSSO!!!"
Quindi accade ciò che farà ricordare Johnny come "salvatore della patria" per i secoli a venire: si avvicina, chiede all'Asciugone se gli concede un ballo con "le sue donne" e ci porta via entrambe, verso un pezzo di pista davanti al bancone, dove finalmente riusciamo a ballare fino alle 6 mentre: Filippo e Laura litigano perché "lui ci prova sempre con le sue amiche", Diego balla col nano e Chiara collassa su un divanetto.
Come felice conclusione della serata, alle ore 7:30 del mattino Johnny prepara paccheri al radicchio e brie, dicendo che me li sono abbondantemente meritati.
Tutto sommato, un Capodanno da ricordare.
Buon 2014 a tutti!!!!
martedì 24 dicembre 2013
Natale con la stronza
E' risaputo in varie zone del pianeta che per colpa dei Re Magi siamo costretti a spennarci ogni Santo Natale.
Quest'anno, la sottoscritta ha deciso di darci dentro, ma... con un po' di brio.
Io e Johnny passeremo il Natale con la sua famiglia. Dopo aver tentato in tutti i modi possibili di oppormi, ho solo guadagnato un muso lungo per tre giorni.
Forse vi starete chiedendo il motivo della mia ostilità: ha due sorelle peggio di Anastasia e Genoveffa, e sua madre è la matrigna cattiva.
Le cyborgfemmine, come sicuramente saprete, si evolvono, e la giovane Lisa ha deciso di indossare i nuovi panni della nuora e cognata amorevole in un modo tutto suo.
Dovete sapere che ogni volta che sua madre organizza una cena e ti invita, ti fa fare la fame a finocchi crudi e una coscia di pollo a testa, e poi ti dice che mangi troppo: non vorrai mica che lui ti lasci, vero?
Mai una volta che pulisca il bagno, quindi se ti devi lavare le mani prima di metterti a tavola ti fanno il muso lungo sia lei che le figlie perché "mica possono pulire per te" (ma chi vi ha chiesto niente? Ho chiesto se posso lavarmi le mani!)
Per ingraziarmi la madre di Johnny, qualche tempo fa le ho inviato una copia del mio libro con dedica.
Risultato: nessun commento, neanche una telefonata di ringraziamento.
Dopo un paio di mesi, chiedo se è arrivato il pacchetto, e la risposta è stata: "è arrivato, ma non è che io abbia tutto 'sto tempo di leggerlo".
Per lei, in arrivo per Natale un maglione extralarge di un colorino osceno.
E cosa dire di sua sorella? Alta 1,75 cm, pesa 55 chili e appena mi ha vista mi ha detto:
"Non preoccuparti per il tuo corpo: anche se sei grassa, l'importante è che lui ti ami lo stesso" ('a Biafra, ma se sono una 42!?!?!?).
"Certo che mi ama, agli uomini non piacciono mica i culi secchi!"
"Io non ho il culo secco!"
"Ma certo che no, dicevo in generale!"
Da quel giorno io e sua sorella ci odiamo. E neanche troppo cordialmente.
Ogni volta che mi tocca andare dalla famiglia a dormire, rimarca 40 volte che "la facciamo lavorare, e lei ha mal di schiena". Dovreste vedere la faccia quando le si chiede un asciugamano pulito, sembra che debba fare il bucato per giorni per dartene uno.
"Piuttosto, ho bisogno di un passaggio tra due giorni: siccome devi andare a Ostuni, perché non mi porti a Gallipoli (che è dall'altra parte del mondo)?"
Per vendicarmi di tutte le angherie della stronza, dato che non ha un uomo dai tempi del colera e si mangia le unghie, per lei sono in arrivo sotto l'albero un colletto gioiello molto sexy e uno smalto glitterato.
Naturalmente, con un bigliettino molto affettuoso e disegnato da me: non sono dolcissima?
Passiamo ora alle cose serie, con una carinissima idea di Natale che mi è stata suggerita dalla mia amica Isabella per il moroso/morosa.
Prendete un barattolo e diversi bigliettini natalizi. Potete stamparci cuori, fiocchi, alberi di Natale, mutandine rosse & affini.
Su ogni biglietto scrivete "coupon" e, sotto, sbizzarritevi!
Coupon per una colazione a letto, preparata e servita.
Coupon per un film al cinema a tua scelta.
Coupon per una cena romantica cucinata in casa.
Coupon per un massaggio da 40 minuti.
E così via, così via, così via.
Rimpite il barattolo, mi raccomando!
E pensatemi domani: ho molta paura di fare a botte con la sorella per lo smalto glitterato.
Buone feste a tutti!!!
Quest'anno, la sottoscritta ha deciso di darci dentro, ma... con un po' di brio.
Io e Johnny passeremo il Natale con la sua famiglia. Dopo aver tentato in tutti i modi possibili di oppormi, ho solo guadagnato un muso lungo per tre giorni.
Forse vi starete chiedendo il motivo della mia ostilità: ha due sorelle peggio di Anastasia e Genoveffa, e sua madre è la matrigna cattiva.
Le cyborgfemmine, come sicuramente saprete, si evolvono, e la giovane Lisa ha deciso di indossare i nuovi panni della nuora e cognata amorevole in un modo tutto suo.
Dovete sapere che ogni volta che sua madre organizza una cena e ti invita, ti fa fare la fame a finocchi crudi e una coscia di pollo a testa, e poi ti dice che mangi troppo: non vorrai mica che lui ti lasci, vero?
Mai una volta che pulisca il bagno, quindi se ti devi lavare le mani prima di metterti a tavola ti fanno il muso lungo sia lei che le figlie perché "mica possono pulire per te" (ma chi vi ha chiesto niente? Ho chiesto se posso lavarmi le mani!)
Per ingraziarmi la madre di Johnny, qualche tempo fa le ho inviato una copia del mio libro con dedica.
Risultato: nessun commento, neanche una telefonata di ringraziamento.
Dopo un paio di mesi, chiedo se è arrivato il pacchetto, e la risposta è stata: "è arrivato, ma non è che io abbia tutto 'sto tempo di leggerlo".
Per lei, in arrivo per Natale un maglione extralarge di un colorino osceno.
E cosa dire di sua sorella? Alta 1,75 cm, pesa 55 chili e appena mi ha vista mi ha detto:
"Non preoccuparti per il tuo corpo: anche se sei grassa, l'importante è che lui ti ami lo stesso" ('a Biafra, ma se sono una 42!?!?!?).
"Certo che mi ama, agli uomini non piacciono mica i culi secchi!"
"Io non ho il culo secco!"
"Ma certo che no, dicevo in generale!"
Da quel giorno io e sua sorella ci odiamo. E neanche troppo cordialmente.
Ogni volta che mi tocca andare dalla famiglia a dormire, rimarca 40 volte che "la facciamo lavorare, e lei ha mal di schiena". Dovreste vedere la faccia quando le si chiede un asciugamano pulito, sembra che debba fare il bucato per giorni per dartene uno.
"Piuttosto, ho bisogno di un passaggio tra due giorni: siccome devi andare a Ostuni, perché non mi porti a Gallipoli (che è dall'altra parte del mondo)?"
Per vendicarmi di tutte le angherie della stronza, dato che non ha un uomo dai tempi del colera e si mangia le unghie, per lei sono in arrivo sotto l'albero un colletto gioiello molto sexy e uno smalto glitterato.
Naturalmente, con un bigliettino molto affettuoso e disegnato da me: non sono dolcissima?
Passiamo ora alle cose serie, con una carinissima idea di Natale che mi è stata suggerita dalla mia amica Isabella per il moroso/morosa.
Prendete un barattolo e diversi bigliettini natalizi. Potete stamparci cuori, fiocchi, alberi di Natale, mutandine rosse & affini.
Su ogni biglietto scrivete "coupon" e, sotto, sbizzarritevi!
Coupon per una colazione a letto, preparata e servita.
Coupon per un film al cinema a tua scelta.
Coupon per una cena romantica cucinata in casa.
Coupon per un massaggio da 40 minuti.
E così via, così via, così via.
Rimpite il barattolo, mi raccomando!
E pensatemi domani: ho molta paura di fare a botte con la sorella per lo smalto glitterato.
Buone feste a tutti!!!
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