martedì 11 ottobre 2011

casi clinici -4- non ci siamo capiti

Aspirante Panchina, ovvero l'uomo dei tempi di magra.
Se fosse un cartellone pubblicitario di se stesso, sarebbe una mucca anoressica con la scritta "non chiedo altro che un po' di erba fresca per stare meglio", con gli occhi lucenti del gatto di Shrek.
In qualche modo, trovo ci sia della tenerezza in lui. Forse c'è anche dell'intelligenza: i nerd nascondono spesso segreti insospettabili, e spesso non sanno di essere carini e gentili.

Così, quando mi chiede di uscire per un aperitivo, oso rispondere "e perché no?"
Nota bene: dal Panchina non si va mai in minigonna; non ci si mostra troppo disponibili e non ci si esce a cena. Tutto deve calare dall'alto come se, semplicemente, fosse "capitato" in un momento di debolezza.
Meglio, addirittura, se fingete che vi sia morta la nonna per la settima volta o che sia sparito il vostro gatto o che vi siete intossicate con l'ammoniaca pulendo le scale; insomma, deve aspettarsi il fatto che il giorno dopo non gli risponderete al telefono: questo è gestire un Panchina.

Senonché arrivo in jeans, maglietta e scarpe da ginnastica, sguardo basso e un po' malinconico, ripetendomi che mi è scomparso il gatto e tentando di assumere un'aria convincente.
E mi trovo davanti l'uomo che non deve chiedere mai.

Neanche il tempo di dirgli ciao e mi trovo con un bacio stampato in bocca, da lui che mormora:
"Lo sapevo che eri pazza di me. Non posso negare di averti voluta per tanto tempo."
Non posso negare. Ma chi t'ha chiesto mai niente?
"No, è che mi è sparito il gatto e sentivo il bisogno di uscire a bere una cosa."
"Ahahahha! Salta su, ti porto a fare un giro al lago, ti farò divertire come mai in vita tua, bimba."
Bimba.
Una visione stile pitonessa di Apollo mi si apre davanti agli occhi: lui, nella sua testa, in questo momento è un incrocio tra l'uomo ragno, King Kong che scala il grattacielo e Rocco Siffredi in un remake di "giorni di gloria".
Io, invece, mi sento come un tenore con un gatto di sei chili appeso ai coglioni.

Inutile dire che fuggo con una scusa, scuotendo la testa e domandandomi perché, perché, perché i malati di mente mi ronzano intorno come mosche sul miele.
Inutile domandarsi certe cose: meglio entrare nel centro vodafone dove lavora il tuo amico e far bloccare seduta stante il suo numero.

Decisamente, lo preferivo in versione nerd.

2 commenti:

  1. anch'io attiro malati di menta a iosa..ma ne so il perché..chi si assomiglia si piglia..

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  2. Spero di non assomigliargli anch'io -.-

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