giovedì 20 dicembre 2012

le fughe - il pittore e l'amor cortese

maggio 2012

Dea della birra (ovvero proprietaria del famoso pub "dalla dea", più volte citato in questo blog): "Lisa...guarda che c'è uno che mi chiede sempre chi sei"
"E chi sarebbe?"
"Eh, hai presente quello che si siede qui da solo al bancone ogni tanto? Capelli lunghi, occhi azzurri..."
"Ussignur. Eh. e quindi?"
"E quindi mi chiede di te da quando ti ha sentita cantare quella canzone di Jeff Buckley al karaoke..."
"Ma è quasi due anni che voi non fate il karaoke qui!"
"[ridacchia] ...cosa fai tu agli uomini! Mah. Comunque, senti, gli ho solo detto che ti chiami Lisa e mi ha chiesto se secondo me ti dà fastidio se ti parla"
"E' un paese libero."

giugno 2012

"Lisa, vero?"
E' lui. L'uomo fissato con la mia performance canora. 55 anni circa, codino spelacchiato. Occhi azzurri, aria depressa. Un uomo che ha visto tempi migliori.
Non essere scortese, Lisa. Non ti ha fatto (ancora) niente di male.
"Sì?"
"Ciao, volevo solo dirti che mi ricordo ancora di quella sera in cui hai cantato Jeff Buckley... io adoro quel pezzo. Comunque ecco, io ho riascoltato quella canzone in originale. Ma quella sera tu l'hai cambiata. E volevo solo dirti che sei un'artista."
ellamadonna.
"Grazie, sei gentile."
"Senti, io... a questo punto mi presento. Sono Mauro, sono un pittore. Tengo anche dei corsi, se ti interessa ti lascio il volantino. Qua sotto c'è anche il mio numero di cellulare, in caso... "
"Grazie, sei gentile."

Rapido e indolore. Bene.

Qualche sera dopo.
Aspetto l'allora trombamico/quasimoroso in ritardo. Nel frattempo correggo delle bozze.
"Ciao Lisa"
Checcazzo, non c'è pace.
"Ciao Mauro"
"E' un tuo manoscritto?"
"Sì"
"Lo sapevo che eri un'artista! Hai pubblicato?"
"Nel 2009"
"E posso avere il titolo?"
Ma certo caro, quel cazzo di libro non l'ha comperato anima viva!
Arriva il quasimoroso, fulmina il cascamorto e fortunatamente mi libera dal male.

luglio 2012

scaricato il trombamico-quasimoroso. Lui minaccia il suicidio. Lui chiama tutti i giorni. Non ho voglia di tediare nessuno con la mia insofferenza, quindi mi siedo al bancone e chiedo cortesemente alla dea della birra di darmi due vodka martini prima di andare a nanna. No, non li voglio uno dopo l'altro: non ho voglia di attendere mentre prepari il secondo. Sì cara, ti voglio bene anch'io. Sì tesoro, tutto bene.
"Ciao Lisa"
vi ammazzo tutti.
"Ciao, Mauro."
"Ho letto il tuo libro... me lo dedichi? E' molto visionario, molto strano, mi è piaciuto"
"Grazie, sei gentile."
Dedico il libro e filo veloce come la luce.

settembre 2012
Sto finendo di parlare col mio chitarrista delle possibili evoluzioni del nostro progetto.
"Lisa, ciao"
"Ciao Mauro"
"Posso parlarti da solo?"
"Prego?"
Il chitarrista se ne esce con un pessimo: "Lisuccia, io devo proprio andare, mi aspettano a casa: Mauro, la accompagni tu?"
Me la pagherai, sottosviluppato.
"Ma certo!"
E quando mai!
"No grazie, sono proprio a due passi"

Neanche a parlarne: la città è pericolosa di notte, una giungla stile jumanjii in cui non sai quali orrori si celano. Il pittore mi segue parlandomi di un progetto artistico per cui c'è bisogno di un gruppo acustico di supporto.
Non essere scortese, Lisa.
Ringrazio, arrivo sotto casa e liquido l'individuo.

Due sere fa:
Seduta con la Fra a scolarci cocktail. Immerse nella conversazione.
"Ciao Lisa"
Ti affetto l'uccello con la grattugia, rompicoglioni che non sei altro.
"Ciao Mauro."
"Posso parlarti da solo?"
"No, guarda... sono fuori con la mia amica"
"Ah... sì, beh, hai ragione. E' che io avrei... io ho una cosa per te, me la trascino dietro da settimane sperando di incontrarti."
"Non dovevi disturbarti"
"Aprilo quando sei sola"

Appena gira il culo ovviamente apro la busta, sperando di cuore che non sia una lettera piena di fesserie.
Curiosità femminile.
Ne estraggo quella che nei secoli verrà definita "la cosa": un disegno stile anni '70, di quelli con dentro miliardi di disegni più piccoli. Lo giro più volte per capire cos'è.
"Per me è  un pesce" dice la Fra alle mie spalle.
"Spiona"
"Dai, fammi vedere... cos'è scritto sotto?"
"E' scritto: COSI' TI VEDO"
"Ma che cos'è?"
"Un polpo optical presumo"

Con violenza emerge nella mia mente l'unica verità: mi troverò legata come un salame in uno scantinato mentre lui cuce un abito di pelle umana e polpi, ascoltando Jeff Buckley e ordinandomi con voce stridula di cantare per lui.
O forse è il mio senso dell'arte a essere inadeguato.
Ieri sera, per fortuna, mi ha vista con Johnny e non mi ha salutata. Pagando per uscire mi ha fissata con aria truce.
Inizio a sentirmi angustiata.
Si impone la fuga.

giovedì 13 dicembre 2012

post serio - 4 righe

Non so come dirvelo.
Lo so, avevo promesso. Che non sarei mai stata zuccherosa.
Ma il 12.12.12 lui si è inginocchiato per strada. Sui sanpietrini. Col gelo.
No, non mi sposo. Ma non compro più casa da sola.

martedì 11 dicembre 2012

segni dei tempi - il trombamico della porta accanto

[Attenzione: post liberamente ispirato a una storia vera. Ringrazio MissCulettodoro per la collaborazione]

La storia che vi racconto oggi ci presenta un interrogativo spinoso: è possibile trasformare un trombamico in un quasi-moroso?
Se è possibile declassare un fidanzato a panchina o a trombamico, non sempre è vero il contrario: chi frequenterebbe seriamente una donna che, fino all'altro giorno, poteva sentire senza impegno né complicazioni?
Da sempre uomini e donne si accordano per gestire le relazioni non amorose. Ecco una veloce carrellata dei termini usati attraverso le epoche del libertinaggio sessuale.

Anno zero: "Maria conobbe lo Spirito Santo"
Anni '70: "è la mia compagna di studi".
Anni '80: "ci frequentiamo"
Anni '90: "ci facciamo le storie"
Anni 2000: "è la mia trombamica"

2012: arriviamo così alla storia del trombamico della porta accanto, e di come questo portò a interrogativi esistenziali sulla specie umana e i segni dei tempi.
Sottolineo che, per l'occasione, mi sono vestita come Marta Flavi e ho anche affittato un gommone da mettermi sulle labbra per assomigliarle di più. Quindi, se parlo in modo strano, è colpa del motore che si ingolfa.

Breve premessa sui fatti.
Lei: MissCulettodoro, gemella siamese di riccioli d'oro, uscita da relazione disastrosa con esiti fastidiosi.
Lui: amico dell'amico dell'amica di Ibiza, alloggia nell'appartemento di fronte, in perfetto stile Will&Grace.
Appena saputo dell'esistenza dell'amica dell'amica dell'amico di Ibiza e del suo mollamento, il manzo immediatamente si informava e voleva sapere tutto di lei: chi è, cosa fa, ma specialmente... posso portarle una bottiglia di vino? Perché (testuali parole) "io a quella lì darei proprio una bella botta".
Nemmeno il tempo di dire sì, no o forse, la malcapitata si trovava il pollastro in casa con una scusa qualunque, bottiglia di vino alla mano, per "festeggiare il suo compleanno". Poi il manzo si recava in un locale con amici, felice del discreto modo in cui si era presentato.
Specifico che non sarebbe stato in alcun modo possibile sapere, né in quell'occasione né in futuro, se quella sera era davvero il suo compleanno.

In ogni caso, a un'ora imprecisata della notte, a festa probabilmente finita, il tizio in questione le piomba in casa per darle la famosa botta.
"Ma sì..." si dice lei, "forse è un po' prestino per andarci a letto... ma checcazzo, ho perso 13 chili in tre mesi causa rottura e in effetti ho bisogno di una bottarella"
Peccato ci sia qualche problemino legato all'alcol, ma il manzo riesce comunque a salvarsi in corner con qualche pucci pucci.

Regola numero 1: mai accettare offerte da uomini ubriachi. Il risultato è che non dormi, non trombi e passi la notte a rassicurarlo sul fatto che prima o poi capita a tutti.

Senonché, al mattino, lui specifica "sai, ho un'altra donna".
Come sapete, questa frase equivale a "se ti sta bene ci frequentiamo senza impegno".
Come da manuale, dopo la notte in questione lui sparisce; il caso vuole che i due si reincontrino mentre la MissC. va a trovare la famosa amica di Ibiza, ma sull'aereo lui fa quasi finta di non conoscerla. Al che lei lo invita a sedersi al suo fianco e lui declina l'invito.

Regola numero 2: avete passato una notte insieme e non si è più fatto sentire. Non sei tu a dovergli parlare per prima.

Al ritorno a casa, dopo essersi goduto quel famoso "brodo di tette" che è il mare di Ibiza, con una pessima scusa ("ho perso il tuo numero") Mr Ibiza le si infila in casa e la sbatte sulla credenza, noncurante delle amiche che suonano il campanello e la aspettano per uscire.
Senza una vera ragione, MissC. non trova altro da fare che pensare "com'è carino, magari stavolta non fa nemmeno cilecca". E infatti.

Regola numero 3: quando uno viene a fare il gallo cedrone in questa maniera, fregola o meno, trombamico o meno, gli si dice di mettersi il culo a bagno e di tornare più tardi, perché la signora ha programmi per la serata. E qui aggiungo: eccheccazzo, dai.

Una volta calmati i bollori, MissC. si accorge che il tizio in questione le piace e si sogna di dirgli "guarda che non sono mica una zoccola, non porto tutti nel mio letto".
Viste le premesse, la situazione equivale a un disastro nucleare.
All'incontro seguente lui inizia a parlare di quell'altra, del fatto che si sente in colpa, "nonpossiamocontinuareavederci" e via dicendo. Conclude con un coerentissimo "ok, ti invito a cena", per poi puntualizzare "tra un paio di settimane". Eh già, perché nel frattempo doveva vedersi con l'altra.
Essendo vicini di casa, lei si gode gli arrivi e le partenze della macchina di lei, sbirciando dalla finestra.
Alla partenza dell'altra tizia segue un ultimo incontro in cui la signora insiste nel dirgli che vorrebbe conoscerlo meglio e, infine, un'ultima bottarella e un triste epilogo con mesi di silenzio senza nemmeno un "ciao".
In questo frangente, se fossimo in un cartone animato, vedremmo l'immagine di un manzo che disperatamente scappa muggendo per le praterie del Canadà.

Regola numero 4: quando devi negoziare per una compravendita, non puoi regalare la casa prima di avere una firma sul contratto che stabilisca che la controparte dovrà pagare il prezzo, altrimenti prenderà la casa, ringrazierà e se ne andrà.

E' allora che MissC. mi scrive per raccontarmi la storia del trombamico della porta accanto.
Chiedendosi come farla diventare una relazione.

Il che mi fa riflettere su un interrogativo che tutte ci siamo poste, prima o poi.
Cioè se sia possibile trasformare una frequentazione da "sbattimi come un tappeto in qualunque momento ti scatti il tarlo" a "invitami a cena, sono una brava ragazza".
Qualche maschietto può confermare che se una donna la dà la prima sera non viene richiamata se non per un'altra botta. Io sicuramente posso confermarlo.
Ma a noi donne interessa il motivo.
Se nelle addizioni "cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia", nelle relazioni possiamo dire che vale la legge del baseball: "se l'uomo fa un home run non ha senso che torni in prima base".

Senonché, a me una volta, una sola, è successo il contrario: esco con uno che mi fa quegli stessi tiri da pazzo di Mr. Ibiza (li faranno con lo stampino?). Ci frequentiamo senza impegno (come si diceva negli anni '80), ci conosciamo (come si diceva all'epoca della Bibbia), lui dice che vede anche un'altra e poi, un bel giorno, inizia a fare il puccioso e a usare frasi d'amore (ebbene, sì) per poi farmi il famoso discorso del "sono confuso, so che sei meglio tu ma non riesco a lasciarla": al che trovo sia giusto crocifiggerlo dicendogli che una certa situazione mi sta bene finché non ci sono sentimenti in ballo, ma se crede di tirarmi fuori questo bel mucchio di cagate per avere capre e cavoli, quella è la porta.
Lui esce stizzito.
Io scompaio. E, per timore di scrivergli insulti da ubriaca, cancello il suo numero dalla rubrica, dall'elenco chiamate e dagli sms.
Circa due mesi dopo torna con una dichiarazione d'amore dicendo che ha mollato l'altra e vuole mettersi con me perché mi ama e gli manco da morire. "Molto bene, vedrai che la prossima volta imparerai a fare questi conti prima di far girare i coglioni a una donna provando a prenderla per il culo". Al che gli mostro nuovamente e gentilmente la porta.
Dopo un anno e un altro incontro sessuale tra una storiella e l'altra, dopo che lui mi ha proposto in 3000 altri modi di metterci insieme, siamo ottimi amici e confidenti e ci vogliamo un gran bene (fraterno).

Quindi, parola ai commenti. Specialmente dei maschietti: esistono eccezioni alla regola dell'home run?
Una trombata occasionale può diventare una relazione?

martedì 4 dicembre 2012

stramaledette stelline di Lush.


Mi piglia una certa ansia da prestazione, quando giro con il mio ex-ormai-amico (oggi, dopo tre mesi, conclamato compagno) e non sono solo io a chiamarlo Johnny, ma più o meno chiunque abbia visto un film con Johnny Depp.

Mi piglia una certa ansia, dicevo, perché sono sempre stata io la bella della coppia, e adesso invece ci contendiamo il trofeo.
Quindi, in un impeto di vanità femminile, sabato pomeriggio decido di superare ogni mio timore e di tirarmi a lucido.

Inizia la terapia di routine: ceretta, brushing, piastra, maschera al viso, smalto, crema corpo profumata bella pronta vicino alla vasca da bagno e, in un impeto di idiozia, PERLA DA BAGNO DI LUSH buttata in vasca da bagno.
Torno canticchiando "that don't impress me much" di Shania Twain (cavallo di battaglia per i momenti epici del sabato pomeriggio) con la faccia verde come l'incredibile Hulk, la puzza di smalto fresco sulle unghie e la spazzola da brushing sguainata come Excalibur, e per un attimo rimango basita sulla porta, davanti a una scena che mi lascia sconvolta, la bocca aperta come un merluzzo, la spazzola ancora inutilmente sguainata: l'acqua della vasca è fucsia come l'idromassaggio di Barbie, e galleggiano delle cose lucenti in mezzo alla schiuma.

E che cazzo è? O_O
Luccichini ammiccano dalla schiuma rosa.

Ma è tardi e, senza troppe domande, mi immergo divertita, accorgendomi che le robine glamour galleggianti sono stelline lucenti e colorate. Sguazzo bucolicamente, schizzando il gatto appena si affaccia col musetto dentro la vasca, scuotendo la testolina e pensando "questi umani sono pazzi! Immergersi in acqua!"

Uscendo dalla vasca da bagno e sentendomi finalmente sulla via della redenzione e dell'estrema bellezza, però, mi rendo conto della straordinaria proprietà delle stelline di lush: si appiccicano ovunque (anche dove non immaginereste mai) e, come tutte le stelline di questo mondo, HANNO DELLE PUNTE.

Sala da biliardo, sfida all'ultimo sangue. Palla otto in buca al centro. Palla cinque dall'altra parte del tavolo. Uno di quei tiri in cui, se non sei alta 1,98, devi spalmarti sul tavolo verde. Il che, data la serata "mi sento troppo gnocca", non è necessariamente un male.
Mi spiattello.
Ma mentre mi allungo sul tavolo e Johnny mi fissa come un baccalà, eccola: la stellina di Lush.
Bucherella dove non potreste mai immaginare o, comunque, dove è molto meglio che non immaginiate.
Minchia il dolore.
Ho sbagliato buca.
Ho perso la partita.
Ho fatto una faccia da torturato agonizzante in stile campo di concentramento tedesco.
Maledette stelline di Lush.
Stasera mi tocca impormi per la rivincita.