venerdì 23 novembre 2012

la donna disperata: il fascino di una pietra pomice.

Sento di non poter chiudere questa settimana senza aver fatto presenti al genere femminile un paio di cose.
Qualcuna, probabilmente, concorderà con me: col maschio ci vuole dignità.

E' risaputo che tutti noi desideriamo ciò che non possiamo avere e, per quanto il genere maschile normalmente rimanga inebetito di fronte alla donzellesca mutanda, ciò non vuol dire che sia completamente demente in generale.
Infatti, lo stato di rincoglionimento maschile presuppone per lo meno che la donna in questione non si comporti da perfetta disperata.

A questo terribile spettacolo ho assistito sabato in una baita sperduta, dove ci intrattenevamo allegramente con una cinquantina di persone fino a domenica inoltrata.
L'amica che ci aveva girato l'invito era anche una delle intrattenitrici dell'evento, ma la sua parte alla festa, in realtà, si è ridotta a quella di Zerbino: il padrone della magione, infatti, tale "Ken-maestro-di-sci" de nojaltri, le aveva fatto scattare un allarme sesso con sirena ululante.
Lo stato di allarme sesso continuava, in lei, da circa un mese, con risultati sempre più inappropriati che la sera in questione sono esplosi in uno spettacolo increscioso per il genere femminile.

Voglio specificare che ho sempre amato il vero Ken-maestro-di-sci: quando è uscita cotanta biondaggine di giocattolo, tutte le mie Barbie hanno fatto festa, anche perché, prima del suo avvento, l'unico manzo disponibile era il Ken della famiglia cuore: brutto, vecchio, coi mocassini senza calze e con la fede al dito.
Inaccettabile.

Quindi, comprendo bene l'amica, appena mollata col convivente, che decide di farsi un giro in giostra con lo sciatore folle dagli addominali d'acciaio INOX 1810, con depilazione antiaderente, rubinetteria di serie e braccia abituate al sollevamento pesi.
Sì, per carità, capisco tutto.
Ma siamo ancora in fase di annusamento culi e non c'è stato nemmeno un bacio, devi stare calma o questo se ne scappa!

L'amica non ci sente.
Seguono, infatti, inseguimenti folli in giro per la baita ogni volta che lo Sciatore si allontanava nelle cucine o nel seminterrato, attimi in cui lei chiedeva a tutti quanti "ma dov'è finito?"; segue l'aria da cane bastonato con cui, alla cena in cui lui serviva ai tavoli, si rivolgeva a me dicendomi "non mi caga!"  "sta lavorando, vai tranquilla!".
Verso mezzanotte, l'amica si avvicina al tizio suddetto e, con fare mogio, gli chiede: "hai anche intenzione di stare un po' con me, quando hai finito?"

Per non farsi mancare nulla, il mattino dopo finge di avere la nausea e per quattro ore si fa accudire dal povero montanaro, che inizia ad assumere l'espressione "toglietemela dai coglioni".

Quando torniamo in città, lui diventa un latitante: non risponde più al telefono, non le manda sms e sparisce nel nulla.

Illustriamo ora la dura legge del fascino: non puoi appenderti alle palle di un uomo che vive da solo a 1800 metri (cosa che, evidentemente, presuppone quantomeno una certa ricerca della libertà dalle catene mondane) come fossi un gatto di nove chili eternamente piagnucolante per la fame, altrimenti rischi di perdere il fascino della bellissima organizzatrice di serate che avresti dovuto sfruttare a tuo favore.
Anzi, diciamo che in certe circostanze il nostro fascino diventa equiparabile a quella della pietra pomice con cui nonno Gianni si sfregava i calli.

Ma, si sa, è capitato a tutte noi di rimbecillirsi per un uomo in questa maniera.
...oppure no?
E a voi...?

martedì 20 novembre 2012

c'è speranza per tutte/i

E' quando non pensi più a quanto schifo fa questo tempo che se ne esce una giornata di sole a novembre.
E mentre in macchina Janis Joplin gridacchia nell'autoradio, mi squilla il telefono.
"Lui mi ha detto che mi ama! Ha ceduto! Lisa, ha detto che mi ama!"
Rimango di sale e riesco a inchiodare in tempo prima di entrare nel bagagliaio di un'audi.

Lei piange dalla gioia... e te credo!
Lui è uno scapestrato mezzo puttaniere, che stava con lei da nove mesi ma pretendeva una relazione aperta.
In realtà, anche se faceva lo stupido in giro, io dubito seriamente che abbia avuto qualche altra donna.
Sapete, uno di quegli uomini che fanno i duri e gli insensibili e poi una bella sera si abbandonano e dormono sul tuo seno, e poi si svegliano e sembra sia successo qualcosa di irrimediabile per cui devono fare gli stronzi e riprendersi la loro bella chiusura a riccio.
E lei per quelle sere con lui stretto al petto sopportava quasi con tenerezza i suoi cambi d'umore, e mi diceva "Secondo me l'hanno ferito, ma ho pazienza".
La vedevo in lacrime, a volte, quando per giorno magari lui rimaneva di quell'umore dolce e poi se ne usciva con una delle sue trovate.
Quante volte le ho detto "o te lo scopi e basta o lo molli, non puoi continuare a stare così!"

Ma lei niente, imperterrita: martire, illusa, stupidamente innamorata, io non lo capivo.
Lui non era nemmeno 'sto granché da potersela tirare in quel modo, a dirla tutta.
Così stamattina c'era un gran sole a novembre: tiepido, luminoso, dopo giorni di nuvole.
Non me l'aspettavo.
E lei, la sentivo dalla voce che era bella questa mattina.
Gli occhi luminosi e quel suo grande, stupidissimo e quasi suicida amore era corrisposto.

No, io non ne sarei mai stata capace.
Io sono quella che se mi fai un tiro del genere ti spedisce nel paese dei balocchi con un anfibio infilato nel deretano.
Anche se quando Johnny si arrabbia mi manca un po' la terra sotto i piedi e ho imparato a tenermi l'anfibio sul piede e cercare di non farci male. Lui ha imparato a chiedere scusa.

Ma dalla mia amica ho imparato la fiducia.
Non capisco perché volesse così tanto quell'uomo, proprio lui, così tanto.
Ma era talmente felice e contagiosa che stavo sfondando un'audi quando mi ha detto "andiamo a vivere insieme".

A proposito, c'è stata una seconda telefonata al semaforo.
Una voce molto gay e non più giovane che chiedeva di Marco.
"Ha sbagliato numero"
"ma non è il XXXXXX?"
"sì..."
"E... tu non sei Marco?"
"ehm... no, che io sappia no"

Ma c'è ancora chi dà il numero sbagliato?

lunedì 5 novembre 2012

Lo strano caso del rinculo endorfinico post-coitum.


Naturalmente, la mia nuova vita da accoppiata e il relativo week end lungo, coincidente col famoso "periodo del riccio" (sul quale torneremo), ha delle ricadute molto pericolose sulle mie sinapsi.
Vediamo insieme.

Lisa in condizioni normali:

Sabato.
Presento Johnny agli amici gay.
Chiamo prima M., per sicurezza, per dirgli di non mettersi subito a fare la troia con lui.
Ottengo come risposta "ecco, vedi? Uno ci mette una vita a scoprire chi è, e quando ci riesce deve anche far finta di essere qualcun altro!".
Inizio a preoccuparmi.
Durante l'uscita in questione, una signora col pene balla addosso a un vecchietto che canta al karaoke.
Guardo di sottecchi Johnny, giusto per vedere che se la ride.
Sospiro di sollievo.
Ma improvvisamente lui si alza per andare in bagno, e me ne capita una delle mie.
Ovviamente.
Johnny non fa nemmeno in tempo ad arrivare alla porta del wc, che mi arriva un tizio tutto testosterone e se ne esce con un:
"Ciao bella... sto facendo un sondaggio: tu l'ingoio lo susciti o lo tolleri?"

Per Dio, non mi abituerò mai a queste cose.
Sospiro.

Alzo un sopracciglio.
E' uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.
"Togliti di torno, deficiente: quando torna il mio ragazzo vorrei guardargli il sedere, e tu mi occupi la visuale".

Johnny torna dal bagno.
"Tutto bene?"
"No. Un cretino mi copriva la visione del tuo sedere"
"Non riesci proprio a fare a meno di circondarti di cretini?"
"Pare di no, ma magari dopo di te ne incontro uno intelligente"

Lisa in stato alterato di coscienza.

Domenica.
Spiaggiati come due delfini che hanno perso l'orientamento a causa del campo elettromagnetico terrestre.
Progettiamo fughe d'amore in paradisi fiscali davanti a un film che non guarderemo.
Rinculo endorfinico post-coitum alle stelle.

Per definizione, il rinculo endorfinico post-coitum è quello stato di inebetimento che sopraggiunge in seguito a numerosi atti sessuali con soggetto consenziente, di aspetto gradevole e adeguata sapienza tantrica.
La leggenda vuole che, in casi più unici che rari, creature unite dal sacro vincolo dell'amore carnale possano raggiungere lo stato di endorfine viventi.
In tal caso, il meglio che si possa fare è mettere insieme un paio di risatine evitando di intavolare una conversazione: infatti, se in quel momento, malauguratamente, dovesse suonare il telefono, ci si limiterebbe a rispondere mormorando frasi sconnesse.

Ora, capirete che io non amo raggiungere tali livelli di demenza.
Sono una donna a cui piace avere il controllo di sé, insomma.
E se in quel momento chiama mia madre, in viaggio in Puglia con numerosi amici?
DRIIIIIINNNN...

"prooOOoonto?! *__* "
"Lisa, ciao! Non ti sento da tre giorni, come stai? Come vanno queste vacanze?"
"Ciaaaao... =^_^= Tutto bene e voi? =^_^="
"Bene bene... cosa stavi facendo?"
"Ahhh, io...? :))) niente, così, mi stavo rilassando...."
"Ah (poco convinta). Beh bene, noi blablabla...."
"Beeello. Bello bello, bravi bravi! che bello, bene, sono contenta per voi, io sto bene, sono proprio contenta di avere qualche giorno sai... così insomma mi rilasso sai, poi fuori piove ma insomma va bene lo stesso... (non riesco a parlare, Gesù!!!) Adesso vado che devo mettere in carica il telefono altrimenti non mi arriva più il sushi (eh??????????????)"
"...."
"Sì nel senso che..."
"Sì, va bene, va bene. Dai Lisa, ci sentiamo domani."
"Sì, va bene, va bene! Ciao! =^_^="

Ecco.
Johnny: "Eccoti qua... come mai sei scappata col telefono? ;)"
"Perché tu non sappia quanto posso essere deficiente: certe cose devono saperle solo i miei followers"
Johnny: "Ma dai, hai un blog?"
CAAAAAAAZZO. Lisa, dopo orgasmi multipli bisogna TACERE!
"Una specie... dai, ordiniamo un po' di sushi da mangiare a letto! :) "

Caaaaaazzo.
Credo di essere riuscita a distrarlo e che non conservi ricordo del fatto che ho dei followers e, quindi, anche un blog.
Buon lunedì a tutti dal pianeta delle scimmie!