giovedì 20 dicembre 2012

le fughe - il pittore e l'amor cortese

maggio 2012

Dea della birra (ovvero proprietaria del famoso pub "dalla dea", più volte citato in questo blog): "Lisa...guarda che c'è uno che mi chiede sempre chi sei"
"E chi sarebbe?"
"Eh, hai presente quello che si siede qui da solo al bancone ogni tanto? Capelli lunghi, occhi azzurri..."
"Ussignur. Eh. e quindi?"
"E quindi mi chiede di te da quando ti ha sentita cantare quella canzone di Jeff Buckley al karaoke..."
"Ma è quasi due anni che voi non fate il karaoke qui!"
"[ridacchia] ...cosa fai tu agli uomini! Mah. Comunque, senti, gli ho solo detto che ti chiami Lisa e mi ha chiesto se secondo me ti dà fastidio se ti parla"
"E' un paese libero."

giugno 2012

"Lisa, vero?"
E' lui. L'uomo fissato con la mia performance canora. 55 anni circa, codino spelacchiato. Occhi azzurri, aria depressa. Un uomo che ha visto tempi migliori.
Non essere scortese, Lisa. Non ti ha fatto (ancora) niente di male.
"Sì?"
"Ciao, volevo solo dirti che mi ricordo ancora di quella sera in cui hai cantato Jeff Buckley... io adoro quel pezzo. Comunque ecco, io ho riascoltato quella canzone in originale. Ma quella sera tu l'hai cambiata. E volevo solo dirti che sei un'artista."
ellamadonna.
"Grazie, sei gentile."
"Senti, io... a questo punto mi presento. Sono Mauro, sono un pittore. Tengo anche dei corsi, se ti interessa ti lascio il volantino. Qua sotto c'è anche il mio numero di cellulare, in caso... "
"Grazie, sei gentile."

Rapido e indolore. Bene.

Qualche sera dopo.
Aspetto l'allora trombamico/quasimoroso in ritardo. Nel frattempo correggo delle bozze.
"Ciao Lisa"
Checcazzo, non c'è pace.
"Ciao Mauro"
"E' un tuo manoscritto?"
"Sì"
"Lo sapevo che eri un'artista! Hai pubblicato?"
"Nel 2009"
"E posso avere il titolo?"
Ma certo caro, quel cazzo di libro non l'ha comperato anima viva!
Arriva il quasimoroso, fulmina il cascamorto e fortunatamente mi libera dal male.

luglio 2012

scaricato il trombamico-quasimoroso. Lui minaccia il suicidio. Lui chiama tutti i giorni. Non ho voglia di tediare nessuno con la mia insofferenza, quindi mi siedo al bancone e chiedo cortesemente alla dea della birra di darmi due vodka martini prima di andare a nanna. No, non li voglio uno dopo l'altro: non ho voglia di attendere mentre prepari il secondo. Sì cara, ti voglio bene anch'io. Sì tesoro, tutto bene.
"Ciao Lisa"
vi ammazzo tutti.
"Ciao, Mauro."
"Ho letto il tuo libro... me lo dedichi? E' molto visionario, molto strano, mi è piaciuto"
"Grazie, sei gentile."
Dedico il libro e filo veloce come la luce.

settembre 2012
Sto finendo di parlare col mio chitarrista delle possibili evoluzioni del nostro progetto.
"Lisa, ciao"
"Ciao Mauro"
"Posso parlarti da solo?"
"Prego?"
Il chitarrista se ne esce con un pessimo: "Lisuccia, io devo proprio andare, mi aspettano a casa: Mauro, la accompagni tu?"
Me la pagherai, sottosviluppato.
"Ma certo!"
E quando mai!
"No grazie, sono proprio a due passi"

Neanche a parlarne: la città è pericolosa di notte, una giungla stile jumanjii in cui non sai quali orrori si celano. Il pittore mi segue parlandomi di un progetto artistico per cui c'è bisogno di un gruppo acustico di supporto.
Non essere scortese, Lisa.
Ringrazio, arrivo sotto casa e liquido l'individuo.

Due sere fa:
Seduta con la Fra a scolarci cocktail. Immerse nella conversazione.
"Ciao Lisa"
Ti affetto l'uccello con la grattugia, rompicoglioni che non sei altro.
"Ciao Mauro."
"Posso parlarti da solo?"
"No, guarda... sono fuori con la mia amica"
"Ah... sì, beh, hai ragione. E' che io avrei... io ho una cosa per te, me la trascino dietro da settimane sperando di incontrarti."
"Non dovevi disturbarti"
"Aprilo quando sei sola"

Appena gira il culo ovviamente apro la busta, sperando di cuore che non sia una lettera piena di fesserie.
Curiosità femminile.
Ne estraggo quella che nei secoli verrà definita "la cosa": un disegno stile anni '70, di quelli con dentro miliardi di disegni più piccoli. Lo giro più volte per capire cos'è.
"Per me è  un pesce" dice la Fra alle mie spalle.
"Spiona"
"Dai, fammi vedere... cos'è scritto sotto?"
"E' scritto: COSI' TI VEDO"
"Ma che cos'è?"
"Un polpo optical presumo"

Con violenza emerge nella mia mente l'unica verità: mi troverò legata come un salame in uno scantinato mentre lui cuce un abito di pelle umana e polpi, ascoltando Jeff Buckley e ordinandomi con voce stridula di cantare per lui.
O forse è il mio senso dell'arte a essere inadeguato.
Ieri sera, per fortuna, mi ha vista con Johnny e non mi ha salutata. Pagando per uscire mi ha fissata con aria truce.
Inizio a sentirmi angustiata.
Si impone la fuga.

giovedì 13 dicembre 2012

post serio - 4 righe

Non so come dirvelo.
Lo so, avevo promesso. Che non sarei mai stata zuccherosa.
Ma il 12.12.12 lui si è inginocchiato per strada. Sui sanpietrini. Col gelo.
No, non mi sposo. Ma non compro più casa da sola.

martedì 11 dicembre 2012

segni dei tempi - il trombamico della porta accanto

[Attenzione: post liberamente ispirato a una storia vera. Ringrazio MissCulettodoro per la collaborazione]

La storia che vi racconto oggi ci presenta un interrogativo spinoso: è possibile trasformare un trombamico in un quasi-moroso?
Se è possibile declassare un fidanzato a panchina o a trombamico, non sempre è vero il contrario: chi frequenterebbe seriamente una donna che, fino all'altro giorno, poteva sentire senza impegno né complicazioni?
Da sempre uomini e donne si accordano per gestire le relazioni non amorose. Ecco una veloce carrellata dei termini usati attraverso le epoche del libertinaggio sessuale.

Anno zero: "Maria conobbe lo Spirito Santo"
Anni '70: "è la mia compagna di studi".
Anni '80: "ci frequentiamo"
Anni '90: "ci facciamo le storie"
Anni 2000: "è la mia trombamica"

2012: arriviamo così alla storia del trombamico della porta accanto, e di come questo portò a interrogativi esistenziali sulla specie umana e i segni dei tempi.
Sottolineo che, per l'occasione, mi sono vestita come Marta Flavi e ho anche affittato un gommone da mettermi sulle labbra per assomigliarle di più. Quindi, se parlo in modo strano, è colpa del motore che si ingolfa.

Breve premessa sui fatti.
Lei: MissCulettodoro, gemella siamese di riccioli d'oro, uscita da relazione disastrosa con esiti fastidiosi.
Lui: amico dell'amico dell'amica di Ibiza, alloggia nell'appartemento di fronte, in perfetto stile Will&Grace.
Appena saputo dell'esistenza dell'amica dell'amica dell'amico di Ibiza e del suo mollamento, il manzo immediatamente si informava e voleva sapere tutto di lei: chi è, cosa fa, ma specialmente... posso portarle una bottiglia di vino? Perché (testuali parole) "io a quella lì darei proprio una bella botta".
Nemmeno il tempo di dire sì, no o forse, la malcapitata si trovava il pollastro in casa con una scusa qualunque, bottiglia di vino alla mano, per "festeggiare il suo compleanno". Poi il manzo si recava in un locale con amici, felice del discreto modo in cui si era presentato.
Specifico che non sarebbe stato in alcun modo possibile sapere, né in quell'occasione né in futuro, se quella sera era davvero il suo compleanno.

In ogni caso, a un'ora imprecisata della notte, a festa probabilmente finita, il tizio in questione le piomba in casa per darle la famosa botta.
"Ma sì..." si dice lei, "forse è un po' prestino per andarci a letto... ma checcazzo, ho perso 13 chili in tre mesi causa rottura e in effetti ho bisogno di una bottarella"
Peccato ci sia qualche problemino legato all'alcol, ma il manzo riesce comunque a salvarsi in corner con qualche pucci pucci.

Regola numero 1: mai accettare offerte da uomini ubriachi. Il risultato è che non dormi, non trombi e passi la notte a rassicurarlo sul fatto che prima o poi capita a tutti.

Senonché, al mattino, lui specifica "sai, ho un'altra donna".
Come sapete, questa frase equivale a "se ti sta bene ci frequentiamo senza impegno".
Come da manuale, dopo la notte in questione lui sparisce; il caso vuole che i due si reincontrino mentre la MissC. va a trovare la famosa amica di Ibiza, ma sull'aereo lui fa quasi finta di non conoscerla. Al che lei lo invita a sedersi al suo fianco e lui declina l'invito.

Regola numero 2: avete passato una notte insieme e non si è più fatto sentire. Non sei tu a dovergli parlare per prima.

Al ritorno a casa, dopo essersi goduto quel famoso "brodo di tette" che è il mare di Ibiza, con una pessima scusa ("ho perso il tuo numero") Mr Ibiza le si infila in casa e la sbatte sulla credenza, noncurante delle amiche che suonano il campanello e la aspettano per uscire.
Senza una vera ragione, MissC. non trova altro da fare che pensare "com'è carino, magari stavolta non fa nemmeno cilecca". E infatti.

Regola numero 3: quando uno viene a fare il gallo cedrone in questa maniera, fregola o meno, trombamico o meno, gli si dice di mettersi il culo a bagno e di tornare più tardi, perché la signora ha programmi per la serata. E qui aggiungo: eccheccazzo, dai.

Una volta calmati i bollori, MissC. si accorge che il tizio in questione le piace e si sogna di dirgli "guarda che non sono mica una zoccola, non porto tutti nel mio letto".
Viste le premesse, la situazione equivale a un disastro nucleare.
All'incontro seguente lui inizia a parlare di quell'altra, del fatto che si sente in colpa, "nonpossiamocontinuareavederci" e via dicendo. Conclude con un coerentissimo "ok, ti invito a cena", per poi puntualizzare "tra un paio di settimane". Eh già, perché nel frattempo doveva vedersi con l'altra.
Essendo vicini di casa, lei si gode gli arrivi e le partenze della macchina di lei, sbirciando dalla finestra.
Alla partenza dell'altra tizia segue un ultimo incontro in cui la signora insiste nel dirgli che vorrebbe conoscerlo meglio e, infine, un'ultima bottarella e un triste epilogo con mesi di silenzio senza nemmeno un "ciao".
In questo frangente, se fossimo in un cartone animato, vedremmo l'immagine di un manzo che disperatamente scappa muggendo per le praterie del Canadà.

Regola numero 4: quando devi negoziare per una compravendita, non puoi regalare la casa prima di avere una firma sul contratto che stabilisca che la controparte dovrà pagare il prezzo, altrimenti prenderà la casa, ringrazierà e se ne andrà.

E' allora che MissC. mi scrive per raccontarmi la storia del trombamico della porta accanto.
Chiedendosi come farla diventare una relazione.

Il che mi fa riflettere su un interrogativo che tutte ci siamo poste, prima o poi.
Cioè se sia possibile trasformare una frequentazione da "sbattimi come un tappeto in qualunque momento ti scatti il tarlo" a "invitami a cena, sono una brava ragazza".
Qualche maschietto può confermare che se una donna la dà la prima sera non viene richiamata se non per un'altra botta. Io sicuramente posso confermarlo.
Ma a noi donne interessa il motivo.
Se nelle addizioni "cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia", nelle relazioni possiamo dire che vale la legge del baseball: "se l'uomo fa un home run non ha senso che torni in prima base".

Senonché, a me una volta, una sola, è successo il contrario: esco con uno che mi fa quegli stessi tiri da pazzo di Mr. Ibiza (li faranno con lo stampino?). Ci frequentiamo senza impegno (come si diceva negli anni '80), ci conosciamo (come si diceva all'epoca della Bibbia), lui dice che vede anche un'altra e poi, un bel giorno, inizia a fare il puccioso e a usare frasi d'amore (ebbene, sì) per poi farmi il famoso discorso del "sono confuso, so che sei meglio tu ma non riesco a lasciarla": al che trovo sia giusto crocifiggerlo dicendogli che una certa situazione mi sta bene finché non ci sono sentimenti in ballo, ma se crede di tirarmi fuori questo bel mucchio di cagate per avere capre e cavoli, quella è la porta.
Lui esce stizzito.
Io scompaio. E, per timore di scrivergli insulti da ubriaca, cancello il suo numero dalla rubrica, dall'elenco chiamate e dagli sms.
Circa due mesi dopo torna con una dichiarazione d'amore dicendo che ha mollato l'altra e vuole mettersi con me perché mi ama e gli manco da morire. "Molto bene, vedrai che la prossima volta imparerai a fare questi conti prima di far girare i coglioni a una donna provando a prenderla per il culo". Al che gli mostro nuovamente e gentilmente la porta.
Dopo un anno e un altro incontro sessuale tra una storiella e l'altra, dopo che lui mi ha proposto in 3000 altri modi di metterci insieme, siamo ottimi amici e confidenti e ci vogliamo un gran bene (fraterno).

Quindi, parola ai commenti. Specialmente dei maschietti: esistono eccezioni alla regola dell'home run?
Una trombata occasionale può diventare una relazione?

martedì 4 dicembre 2012

stramaledette stelline di Lush.


Mi piglia una certa ansia da prestazione, quando giro con il mio ex-ormai-amico (oggi, dopo tre mesi, conclamato compagno) e non sono solo io a chiamarlo Johnny, ma più o meno chiunque abbia visto un film con Johnny Depp.

Mi piglia una certa ansia, dicevo, perché sono sempre stata io la bella della coppia, e adesso invece ci contendiamo il trofeo.
Quindi, in un impeto di vanità femminile, sabato pomeriggio decido di superare ogni mio timore e di tirarmi a lucido.

Inizia la terapia di routine: ceretta, brushing, piastra, maschera al viso, smalto, crema corpo profumata bella pronta vicino alla vasca da bagno e, in un impeto di idiozia, PERLA DA BAGNO DI LUSH buttata in vasca da bagno.
Torno canticchiando "that don't impress me much" di Shania Twain (cavallo di battaglia per i momenti epici del sabato pomeriggio) con la faccia verde come l'incredibile Hulk, la puzza di smalto fresco sulle unghie e la spazzola da brushing sguainata come Excalibur, e per un attimo rimango basita sulla porta, davanti a una scena che mi lascia sconvolta, la bocca aperta come un merluzzo, la spazzola ancora inutilmente sguainata: l'acqua della vasca è fucsia come l'idromassaggio di Barbie, e galleggiano delle cose lucenti in mezzo alla schiuma.

E che cazzo è? O_O
Luccichini ammiccano dalla schiuma rosa.

Ma è tardi e, senza troppe domande, mi immergo divertita, accorgendomi che le robine glamour galleggianti sono stelline lucenti e colorate. Sguazzo bucolicamente, schizzando il gatto appena si affaccia col musetto dentro la vasca, scuotendo la testolina e pensando "questi umani sono pazzi! Immergersi in acqua!"

Uscendo dalla vasca da bagno e sentendomi finalmente sulla via della redenzione e dell'estrema bellezza, però, mi rendo conto della straordinaria proprietà delle stelline di lush: si appiccicano ovunque (anche dove non immaginereste mai) e, come tutte le stelline di questo mondo, HANNO DELLE PUNTE.

Sala da biliardo, sfida all'ultimo sangue. Palla otto in buca al centro. Palla cinque dall'altra parte del tavolo. Uno di quei tiri in cui, se non sei alta 1,98, devi spalmarti sul tavolo verde. Il che, data la serata "mi sento troppo gnocca", non è necessariamente un male.
Mi spiattello.
Ma mentre mi allungo sul tavolo e Johnny mi fissa come un baccalà, eccola: la stellina di Lush.
Bucherella dove non potreste mai immaginare o, comunque, dove è molto meglio che non immaginiate.
Minchia il dolore.
Ho sbagliato buca.
Ho perso la partita.
Ho fatto una faccia da torturato agonizzante in stile campo di concentramento tedesco.
Maledette stelline di Lush.
Stasera mi tocca impormi per la rivincita.

venerdì 23 novembre 2012

la donna disperata: il fascino di una pietra pomice.

Sento di non poter chiudere questa settimana senza aver fatto presenti al genere femminile un paio di cose.
Qualcuna, probabilmente, concorderà con me: col maschio ci vuole dignità.

E' risaputo che tutti noi desideriamo ciò che non possiamo avere e, per quanto il genere maschile normalmente rimanga inebetito di fronte alla donzellesca mutanda, ciò non vuol dire che sia completamente demente in generale.
Infatti, lo stato di rincoglionimento maschile presuppone per lo meno che la donna in questione non si comporti da perfetta disperata.

A questo terribile spettacolo ho assistito sabato in una baita sperduta, dove ci intrattenevamo allegramente con una cinquantina di persone fino a domenica inoltrata.
L'amica che ci aveva girato l'invito era anche una delle intrattenitrici dell'evento, ma la sua parte alla festa, in realtà, si è ridotta a quella di Zerbino: il padrone della magione, infatti, tale "Ken-maestro-di-sci" de nojaltri, le aveva fatto scattare un allarme sesso con sirena ululante.
Lo stato di allarme sesso continuava, in lei, da circa un mese, con risultati sempre più inappropriati che la sera in questione sono esplosi in uno spettacolo increscioso per il genere femminile.

Voglio specificare che ho sempre amato il vero Ken-maestro-di-sci: quando è uscita cotanta biondaggine di giocattolo, tutte le mie Barbie hanno fatto festa, anche perché, prima del suo avvento, l'unico manzo disponibile era il Ken della famiglia cuore: brutto, vecchio, coi mocassini senza calze e con la fede al dito.
Inaccettabile.

Quindi, comprendo bene l'amica, appena mollata col convivente, che decide di farsi un giro in giostra con lo sciatore folle dagli addominali d'acciaio INOX 1810, con depilazione antiaderente, rubinetteria di serie e braccia abituate al sollevamento pesi.
Sì, per carità, capisco tutto.
Ma siamo ancora in fase di annusamento culi e non c'è stato nemmeno un bacio, devi stare calma o questo se ne scappa!

L'amica non ci sente.
Seguono, infatti, inseguimenti folli in giro per la baita ogni volta che lo Sciatore si allontanava nelle cucine o nel seminterrato, attimi in cui lei chiedeva a tutti quanti "ma dov'è finito?"; segue l'aria da cane bastonato con cui, alla cena in cui lui serviva ai tavoli, si rivolgeva a me dicendomi "non mi caga!"  "sta lavorando, vai tranquilla!".
Verso mezzanotte, l'amica si avvicina al tizio suddetto e, con fare mogio, gli chiede: "hai anche intenzione di stare un po' con me, quando hai finito?"

Per non farsi mancare nulla, il mattino dopo finge di avere la nausea e per quattro ore si fa accudire dal povero montanaro, che inizia ad assumere l'espressione "toglietemela dai coglioni".

Quando torniamo in città, lui diventa un latitante: non risponde più al telefono, non le manda sms e sparisce nel nulla.

Illustriamo ora la dura legge del fascino: non puoi appenderti alle palle di un uomo che vive da solo a 1800 metri (cosa che, evidentemente, presuppone quantomeno una certa ricerca della libertà dalle catene mondane) come fossi un gatto di nove chili eternamente piagnucolante per la fame, altrimenti rischi di perdere il fascino della bellissima organizzatrice di serate che avresti dovuto sfruttare a tuo favore.
Anzi, diciamo che in certe circostanze il nostro fascino diventa equiparabile a quella della pietra pomice con cui nonno Gianni si sfregava i calli.

Ma, si sa, è capitato a tutte noi di rimbecillirsi per un uomo in questa maniera.
...oppure no?
E a voi...?

martedì 20 novembre 2012

c'è speranza per tutte/i

E' quando non pensi più a quanto schifo fa questo tempo che se ne esce una giornata di sole a novembre.
E mentre in macchina Janis Joplin gridacchia nell'autoradio, mi squilla il telefono.
"Lui mi ha detto che mi ama! Ha ceduto! Lisa, ha detto che mi ama!"
Rimango di sale e riesco a inchiodare in tempo prima di entrare nel bagagliaio di un'audi.

Lei piange dalla gioia... e te credo!
Lui è uno scapestrato mezzo puttaniere, che stava con lei da nove mesi ma pretendeva una relazione aperta.
In realtà, anche se faceva lo stupido in giro, io dubito seriamente che abbia avuto qualche altra donna.
Sapete, uno di quegli uomini che fanno i duri e gli insensibili e poi una bella sera si abbandonano e dormono sul tuo seno, e poi si svegliano e sembra sia successo qualcosa di irrimediabile per cui devono fare gli stronzi e riprendersi la loro bella chiusura a riccio.
E lei per quelle sere con lui stretto al petto sopportava quasi con tenerezza i suoi cambi d'umore, e mi diceva "Secondo me l'hanno ferito, ma ho pazienza".
La vedevo in lacrime, a volte, quando per giorno magari lui rimaneva di quell'umore dolce e poi se ne usciva con una delle sue trovate.
Quante volte le ho detto "o te lo scopi e basta o lo molli, non puoi continuare a stare così!"

Ma lei niente, imperterrita: martire, illusa, stupidamente innamorata, io non lo capivo.
Lui non era nemmeno 'sto granché da potersela tirare in quel modo, a dirla tutta.
Così stamattina c'era un gran sole a novembre: tiepido, luminoso, dopo giorni di nuvole.
Non me l'aspettavo.
E lei, la sentivo dalla voce che era bella questa mattina.
Gli occhi luminosi e quel suo grande, stupidissimo e quasi suicida amore era corrisposto.

No, io non ne sarei mai stata capace.
Io sono quella che se mi fai un tiro del genere ti spedisce nel paese dei balocchi con un anfibio infilato nel deretano.
Anche se quando Johnny si arrabbia mi manca un po' la terra sotto i piedi e ho imparato a tenermi l'anfibio sul piede e cercare di non farci male. Lui ha imparato a chiedere scusa.

Ma dalla mia amica ho imparato la fiducia.
Non capisco perché volesse così tanto quell'uomo, proprio lui, così tanto.
Ma era talmente felice e contagiosa che stavo sfondando un'audi quando mi ha detto "andiamo a vivere insieme".

A proposito, c'è stata una seconda telefonata al semaforo.
Una voce molto gay e non più giovane che chiedeva di Marco.
"Ha sbagliato numero"
"ma non è il XXXXXX?"
"sì..."
"E... tu non sei Marco?"
"ehm... no, che io sappia no"

Ma c'è ancora chi dà il numero sbagliato?

lunedì 5 novembre 2012

Lo strano caso del rinculo endorfinico post-coitum.


Naturalmente, la mia nuova vita da accoppiata e il relativo week end lungo, coincidente col famoso "periodo del riccio" (sul quale torneremo), ha delle ricadute molto pericolose sulle mie sinapsi.
Vediamo insieme.

Lisa in condizioni normali:

Sabato.
Presento Johnny agli amici gay.
Chiamo prima M., per sicurezza, per dirgli di non mettersi subito a fare la troia con lui.
Ottengo come risposta "ecco, vedi? Uno ci mette una vita a scoprire chi è, e quando ci riesce deve anche far finta di essere qualcun altro!".
Inizio a preoccuparmi.
Durante l'uscita in questione, una signora col pene balla addosso a un vecchietto che canta al karaoke.
Guardo di sottecchi Johnny, giusto per vedere che se la ride.
Sospiro di sollievo.
Ma improvvisamente lui si alza per andare in bagno, e me ne capita una delle mie.
Ovviamente.
Johnny non fa nemmeno in tempo ad arrivare alla porta del wc, che mi arriva un tizio tutto testosterone e se ne esce con un:
"Ciao bella... sto facendo un sondaggio: tu l'ingoio lo susciti o lo tolleri?"

Per Dio, non mi abituerò mai a queste cose.
Sospiro.

Alzo un sopracciglio.
E' uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.
"Togliti di torno, deficiente: quando torna il mio ragazzo vorrei guardargli il sedere, e tu mi occupi la visuale".

Johnny torna dal bagno.
"Tutto bene?"
"No. Un cretino mi copriva la visione del tuo sedere"
"Non riesci proprio a fare a meno di circondarti di cretini?"
"Pare di no, ma magari dopo di te ne incontro uno intelligente"

Lisa in stato alterato di coscienza.

Domenica.
Spiaggiati come due delfini che hanno perso l'orientamento a causa del campo elettromagnetico terrestre.
Progettiamo fughe d'amore in paradisi fiscali davanti a un film che non guarderemo.
Rinculo endorfinico post-coitum alle stelle.

Per definizione, il rinculo endorfinico post-coitum è quello stato di inebetimento che sopraggiunge in seguito a numerosi atti sessuali con soggetto consenziente, di aspetto gradevole e adeguata sapienza tantrica.
La leggenda vuole che, in casi più unici che rari, creature unite dal sacro vincolo dell'amore carnale possano raggiungere lo stato di endorfine viventi.
In tal caso, il meglio che si possa fare è mettere insieme un paio di risatine evitando di intavolare una conversazione: infatti, se in quel momento, malauguratamente, dovesse suonare il telefono, ci si limiterebbe a rispondere mormorando frasi sconnesse.

Ora, capirete che io non amo raggiungere tali livelli di demenza.
Sono una donna a cui piace avere il controllo di sé, insomma.
E se in quel momento chiama mia madre, in viaggio in Puglia con numerosi amici?
DRIIIIIINNNN...

"prooOOoonto?! *__* "
"Lisa, ciao! Non ti sento da tre giorni, come stai? Come vanno queste vacanze?"
"Ciaaaao... =^_^= Tutto bene e voi? =^_^="
"Bene bene... cosa stavi facendo?"
"Ahhh, io...? :))) niente, così, mi stavo rilassando...."
"Ah (poco convinta). Beh bene, noi blablabla...."
"Beeello. Bello bello, bravi bravi! che bello, bene, sono contenta per voi, io sto bene, sono proprio contenta di avere qualche giorno sai... così insomma mi rilasso sai, poi fuori piove ma insomma va bene lo stesso... (non riesco a parlare, Gesù!!!) Adesso vado che devo mettere in carica il telefono altrimenti non mi arriva più il sushi (eh??????????????)"
"...."
"Sì nel senso che..."
"Sì, va bene, va bene. Dai Lisa, ci sentiamo domani."
"Sì, va bene, va bene! Ciao! =^_^="

Ecco.
Johnny: "Eccoti qua... come mai sei scappata col telefono? ;)"
"Perché tu non sappia quanto posso essere deficiente: certe cose devono saperle solo i miei followers"
Johnny: "Ma dai, hai un blog?"
CAAAAAAAZZO. Lisa, dopo orgasmi multipli bisogna TACERE!
"Una specie... dai, ordiniamo un po' di sushi da mangiare a letto! :) "

Caaaaaazzo.
Credo di essere riuscita a distrarlo e che non conservi ricordo del fatto che ho dei followers e, quindi, anche un blog.
Buon lunedì a tutti dal pianeta delle scimmie!

lunedì 15 ottobre 2012

*ci siamo!* prove dell'evoluzione - la cyborgcasa

Un tempo, le cyborgfemmine si accontentavano di una stanza in affitto, magari condivisa, o di un appartamento studenti.
Certo che cambiare coinquilini ogni anno e trovarsi con la casa per aria perché certi soggetti non hanno voglia di ripulire la vasca da bagno dopo aver fatto i fanghi della GUAM va oltre ogni sopportazione.
Una volta stavo per rompermi una caviglia perché una cretina aveva messo una cyclette nel nostro minuscolo ingresso, senza alcun preavviso. Non l'ha mai tolta.
Cambiai casa.
Andai a convivere con una darkettona fuori di testa, e in brevissimo tempo eravamo diventate gemelle siamesi alla ricerca del senso della vita in scantinati oscuri e pieni di gente in pvc.
Ma quando trovai sul divano un suo assorbente usato, capii che era finita un'epoca: non ero più così fattona da poterlo tollerare.
Anzi, veramente non toccavo nemmeno più una canna da una discreta manciata di mesi.
Causa periodo di crisi economica, peste bubbonica, datori di lavoro oscenamente ricchi che pagano merdosamente poco e assenza totale di voglia di "sbarcare il lunario" in una topaia, temporaneamente la cyborgfemmina ripiegava, in attesa di tempi migliori, nell'antro della creatura ragnesca del signore degli anelli: ovvero la casa dei genitori.

Voi non potrete mai sapere quale agonia ho provato nel rientrare nella casa paterna: per inciso, io adoro mia madre ma con mio padre è già tanto se ci limitiamo a lanciarci dietro vasi di fiori, evitando così di colpirci a morte con pesanti statue di metallo del Buddha o di farci gli agguati per lanciarci dentro la vasca da bagno dei phon accesi.
Non ci odiamo: è vero amore filiale tra due gemelli ascendenti cancro.
Ci amiamo segretamente.
Molto segretamente.

Ci amiamo così tanto che dice di volermi dare una mano col mutuo "pur di non vedere più la mia faccia di cazzo per casa". Io gli rispondo che dovrebbe essere felice: la mia aria odiosa è la prova della fedeltà di mia  madre.
In realtà è il suo modo burbero per chiedermi se ho bisogno di una mano. Cazzo sì. Da sola dovrei aspettare altri 5 mesi per permettermi qualcosa, ma anche fra 5 mesi se chiedo un mutuo senza un fideiussore mi ridono in faccia, poi chiamano i colleghi di sotto e si rotolano tutti insieme con le lacrime agli occhi. Chiudiamo la nostra serie di frecciatine con una stretta di mano.

Torniamo a noi.
Quando mia madre, a pranzo, mi disse che, dando un'occhiata anche lei, forse aveva trovato un'occasione interessante, io mi sentivo frustrata da quell'agente immobiliare di cui vi parlavo la settimana scorsa.
Avevo quasi deciso di piantare una tenda sull'argine e vivere lì, con un corno celtico da idromele come unico bene pignorabile.
Mia madre disse solo: "vista fiume"
"Sei pazza? Come l'atrio delle nutrie della scorsa settimana?"
"Mah, prova a chiamare: non è la stessa agenzia, è un condominio nuovissimo e con quattro appartamenti, uno per piano."

Mi risponde al telefono quest'uomo molto gentile dalla voce affascinante.
Che oggi si rivela un uomo molto affascinante dalla voce gentile.

Si chiama come il mio Mister Big, e questo depone a suo favore.
Ci incontriamo nei pressi dell'appartamento.
Piove.
Entriamo in casa, dove ci aspetta l'ingegnere. Vediamo il piano terra. Bellissima vista sul fiume ma solo una camera: scartato.
Vediamo il terzo piano. Molto bello, ma il fiume sembra così in basso...
Vediamo il primo piano. Un tuffo al cuore: due alberi circondano i confini del terrazzo e incorniciano il fiume sotto di noi. Anche con la pioggia è stupendo. Un'anatra starnazza un benvenuto dal piano di sotto, si morde convulsamente un'ascella e poi si rituffa nel fiume.
Inizia la tiritera di rito: riscaldamento a pavimento, condizionatori già montati, bagni finiti, detrazione fiscale del 9%, insonorizzazione con i piani di sopra e di sotto, finiture nuove, vetri antisfondamento, zanzariere montate, cantina e posto auto compresi nel prezzo.
Manca solo che mi dica "e se vuole le offro anche la cena".

La musica dell'agenzia immobiliare dei sogni.

Ma continuo a guardare fuori dalla finestra.
Vedo già le sedie sul terrazzo, vedo il tavolo da pranzo di fronte al fiume, un gatto felice di vivere a stretto contatto con le anatre... e poi vedo piante in quel salone e libri, montagne di libri e una porta a vetri colorati per la cucina.
Vedo casa.

L'agente immobiliare parla e io sogno un tavolo di vetro con centrino blu e un cesto di rose rosse.
Poi gli faccio abbassare seduta stante il prezzo di 12.000 euro.

E gli dico "ci penserò".
Ma è come quando sono entrata in quel bar e Johnny mi ha sorriso: era tre anni fa, lui era fidanzato e io pure, ma quando una cosa è tua lo sai.
Nonostante questa consapevolezza, non c'è niente di male a tirarsela lo stesso.

**************

Per la cronaca, presto vi informerò sulla mia presentazione alla nonna di Johnny (sic!), durante una cerimonia militare in onore del padre.
Porca puttana zio Sam, mi sa che mi sono incastrata anch'io.
Porca puttana zio Sam.
Tu con una minorenne e io con Highlander.

giovedì 11 ottobre 2012

incidenti diplomatici - i luoghi clandestini

Dedico questo post alla mia amica Mafalda, diventata la mia personale eroina dell'ammmmore per aver compiuto atti osceni in luogo pubblico, in più occasioni.

Lui: egregio pezzo di manzo, nonché uomo dei suoi sogni.
Lei: una donna che 6 giorni a settimana, 18 ore al giorno, porta con impegno tacchi da 8 a 12 centimetri. E ho detto tutto.
Loro: temporaneamente senza fissa dimora in comune. Lei, in via di divorzio, ha ancora per un paio di mesi il marito in casa. Lui mai sposato ma ha ancora l'ex convivente in casa. Entrambi detestano gli alberghi a ore: hanno quel che di squallido che rovina tutto.

"Sai, perdersi in preliminari a profusione in tutti gli angoli delle strade, sapendo che la casa si libererà solo in qualche week end, è una cosa normale quando sei adolescente... ma rivivere una situazione simile da adulti è tutt'altra cosa..."
Ora, Mafalda ha 35 anni. E' una donna in carriera, responsabile, un po' ragazzina casinara ma sempre precisa ed efficiente. Alcuni la chiamano "superdonna". Giusto per darvi un'idea.

Sedute al tavolo di un wok, ordinando caraffine di sakè, la vedo ridacchiare come una ragazzina svergognata. Capisco di trovarmi su un altro pianeta: Mafalda sghignazza come Satana...?
Non posso che implorare:
"Ti prego... raccontami tutto!"

"Bene... inutile dire che la prima uscita fuori porta è avvenuta in macchina. Io avevo già fatto sesso in macchina, ma mai per due ore."
"Due ore?! In macchina?! Eroici!"
"Veramente non ce ne siamo neanche accorti..."
Inutile dire che inizio a sghignazzare anch'io.

"L'altra sera siamo usciti a bere una cosa insieme... una chiacchiera tira l'altra e si fa l'una. Mi accompagna a casa. Di sopra c'è Roberto, ovviamente: salire è fuori discussione, ci vuole umana decenza insomma! Beh, diciamo che non era preventivato, ma..."
"Ma...?"
"Faceva freddino, e per salutarci l'ho fatto entrare un secondo nell'androne del palazzo"
"Nell'androne."
"Sì."
Abbassa gli occhi e ridacchia.
"No..."
"Sì!"
"Con tuo marito su e l'eco della tromba delle scale!?!"
"Ex marito! Ma pensa che due minuti dopo il fattaccio siamo usciti a fumare una sigaretta... sentiamo un rumore, vediamo la luce accendersi e poi..."
"E POI?!"
"Abbiamo girato l'angolo della stradina e, buttando l'occhio, ho visto uscire il compagno della mia vicina di casa... appena in tempo!!!"


Inutile dire che finiamo la serata con troppo sakè e troppe risate.

E voi? avete mai avuto incontri ravvicinati del quinto tipo in luoghi clandestini?
Cosa ne pensate?
Come la mettete con l'ansia di essere scoperti?

P.S.: approfitto di questo post per fare gli auguri, come ogni anno, a chi non c'è più. Ovunque tu sia, buon compleanno.

mercoledì 10 ottobre 2012

le incredibili disavventure del cercare casa

Ecco, io non avrei mai pensato in vita mia che comprare una casa fosse così difficile. 
Veramente, quello che è davvero difficile è capirsi con l'agente immobiliare che malauguratamente vende gli appartamenti che mi interessano, persona truffaldina, diversamente reattiva mentalmente e con poco senso dell'umorismo. Per verificare la consistenza della sua zucca prendete la vostra mano destra, chiudetela a pugno e picchiate con le nocche sulla scrivania del pc un paio di volte, con forza. De coccio.

Mi incontro col sosia del ragionier Filini munito di occhiali da mosca tzè tzè e una cravatta ocra a palle marroni, il che mi procura immediatamente una sensazione di fastidio.

L'annuncio diceva "nuovissimo appartamento in zona centrale". 
L'agente immobiliare mi porta, invece, in zona spaccio, apre il portone della casa degli spettri e dice "siamo arrivati".
Mi guardo intorno: sono finita in una topaia che minimo ci vogliono 50.000 euro per rifare tutte le porte, le finiture e gli infissi.

"Scusi, non aveva detto nuovissimo?"
"Beh, sì, rispetto a tanti che si vedono è nuovo..."
"Ma guardi che non è mica la stessa cosa dire che un immobile è nuovo e dire che è nuovo rispetto alle caverne degli australopitechi!"
"Di chi?!"
"Va bè, senta... vediamo l'altro in via XXXXX"
"A quale si riferisce?"
"A quello all'ultimo piano in via XXXX, terrazzo vista fiume..."
"Ah sìsì, quello col posto barca?"
"Veramente era scritto posto auto..."
"C'è anche il posto barca sa?"


Io e sto cretino non ci capiremo mai. Comunque andiamo.

L'immobile non mi sembra così immobile.
A dirla tutta è un po' pericolante. i mattoni sono a vista come nell'annuncio, ma solo perché l'intonaco è scrostato. La "vista fiume" è in realtà vista su un allevamento di pantegane e nutrie divoratrici di argini, col rischio che ti crollino le fondamenta della casa nel fiume.
Ma tanto puoi sempre fuggire in barca, se le bestie non ti inseguono in stile Jumanji.

"Scusi, bello mio, ma noi non ci siamo capiti. Io vengo qui in pausa pranzo, le spiace non farmi perdere tempo con le case delle streghe?!"
"Io lo trovo carino e molto strategico"
"Strategico per cosa, per seppellire un cadavere?"

Ho cambiato agenzia.
Ah, per la cronaca: non mi fate un infarto, la casa è per me... ;)
Anche se, forse, sarei disponibile per trattative.

giovedì 4 ottobre 2012

sono un caso clinico - la sveglia.

Decisamente non sono abituata alla vita di coppia.

Ore 7:45 di mattina.
PIRIPIPI'! PIRIPIPI'! PIRIPIPI'!!!

Mi giro per spegnere la sveglia, quando... GesùCristo, ma che è?!?!?!

"AAAAAHHH!!!!" 

"Lisa, tesoro, cosa c'è?"
"Cazzo Johnny scusa, mi ero dimenticata che eri qui! Che spavento!"
"ma... andiamo bene! Buongiorno eh! :* "

Sì... buttiamola in ridere, che è meglio.

Ora, io ho il sonno molto profondo e quando dormo dimentico anche come mi chiamo e dove sono.
Ma, dopo questa, devo riflettere seriamente sul fatto che forse sono anch'io un caso clinico.

lunedì 1 ottobre 2012

l'ormai-amico- vendetta, tremenda vendetta.


Era il compleanno di un amico, che aveva dolosamente taciuto la cosa.
Pirla, c'è facebook: lo sappiamo tutti.
Prendo Johnny e gli chiedo se venerdì, dopo il lavoro, mi aiuta in velocità a organizzare una festa a sorpresa.

Premetto che cucinare con quell'uomo è un crimine contro l'umanità, perché l'unica cosa che vorrei fare quando mi offre il cucchiaio di legno del tiramisù da leccare sarebbe proporgli di fare sesso nel microonde.

Bene, non è questo il punto.
Non adesso, almeno.

Ore 2 di notte circa: dopo diversi litri di alcol e chili di cannelloni salsiccia e fontina, per qualche strana ragione sono apparsi dei dadi da poker e, ogni volta che qualcuno vince una mano, sceglie un individuo per sottoporlo a penitenza.

Tacciamo i chili di rossetto che mi hanno consumato. Tacciamo la povera Elena lavata da suo fratello. Tacciamo la Fra che leccava sambuca dal collo del festaggiato, e già che ci siamo tacciamo anche lo zio Sam sottoposto a domande imbarazzanti sulla sua vita sessuale con la minorenne.

In tutto ciò, la povera Lisa si era miracolosamente salvata.
Almeno fino a quando Johnny non lo fa notare a tutti e propone che la povera Lisa sia la prossima vittima.
Confabulano.
Ridacchiano.
Come sempre, ce l'ha vinta lui.
Quindi, mi annunciano che devo fare il giro del salone sulle ginocchia.
"Scherzate?!"
"Neanche un po'..."
"Non succederà, tesoro"
"Oh, sì invece!"

Oh, sì invece.
E fa un male d'inferno, fa!

E' il turno successivo.
Le ginocchia ormai nere della povera Lisa riescono a fare un full di assi e donne.
Tutti guardano Johnny.
Lo zio Sam azzarda un "ahi-ahi..."
Io parto verso la stanza di fianco e punto immediatamente l'armadio.
Torno con qualcosa dietro la schiena e guardo Johnny con un sorriso che lascia pochi dubbi in merito a chi sarà la prossima vittima.

"Dai. Dimmi..."
"Adesso tu fai la stessa cosa che hai fatto fare a me... ma al guinzaglio".
"Vendicativa!"
"Noblesse oblige. Sbrigati, in ginocchio!"

Come godo.
Uno pari.
Tanti auguri, Dà!!!

mercoledì 26 settembre 2012

prove dell'evoluzione - mi sento in forma

Mi sento in forma.
Ecco la top three della giornata di ieri.

3) THE BARMAN

Il barista guarda la tv.
"Diego, ti pago il caffé"
Silenzio.
"Diego..."
Silenzio. Faccia da falena che fissa la fiamma.
So io come fare.
Sventolo cinque euro sotto il suo naso.
Non si accorge di nulla.
Sorrido melliflua e cantileno:
"Diegoooo... hai perso il fiutoooo???"
Si gira.
Si accorge.
Continuo a sventolare.
"Ma vaffanculo, Lisa! Un euro. Anzi no, te lo offro."
'Assafaddio.

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2) ZITTIRE IL CAPO
Capo: "Sei arrabbiata?"
Lisa: "No, sono in premestruo"


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1) LO SPLENDIDO
conoscente: "c'è una bellissima serata domani al casinò, in giacca e cravatta... hai un vestito elegante?"
Lisa (squadrandolo): "sì, ma da donna."
[sottotitolo: capisco che hai disperato bisogno di un vestito decente, ma i miei non ti entrano. Ah, cos'era, un approccio? No, non scherzare.]

martedì 25 settembre 2012

questa donna è un incubo

Sono ossessionata dalla mia collega.
Quella coi jeans anni '90 color turchese e la camicetta di velo turchese sopra.
Non vedevo un giorno così difficile da lunedì scorso.
Temo che ne vedrò ancora, perché con sommo orrore vi annuncio che di quei jeans colorati ne ha comprato uno stock.
Dopo averli visti in versione turchese e verde smeraldo, inorridisco nel vederla entrare, stasera, coi jeans FUCSIA.
Che anche con la pioggia e la nebbia la vedi.

Quindi le ho scritto una poesia, che le attaccherò sul finestrino della macchina.

La poesia si chiama "ti brucerò l'armadio".

Mi sento male.
Pensieri di morte.
Donna, sei accecante.
Fatti scopare solo al buio.
Da qualche alieno sociopatico.

lunedì 24 settembre 2012

incidenti diplomatici - 1- "posso fare una foto a tuo marito?" "Slurp!"

Quasi-terza settimana da accoppiata.
Segnavo meticolosamente i giorni con delle tacche sui muri, raggruppandoli con stanghette orizzontali ogni cinque.
Ogni tanto controllavo che tutti i pezzi del mio corpo fossero ancora a posto, primo fra tutti il cervello: non sono mica più abituata a fare la morosetta!

Però la cosa ha un suo fascino: posso viziare l'uomo.
Normalmente, infatti, nel breve termine evito di organizzare e pagare io: fa troppo femmina emancipata e mi fa sentire il peso dei tempi moderni. Offrire la cena la terza volta che si esce è un po' come permettere tacitamente a un uomo di non fare il cavaliere.
Ma ogni tanto, in realtà, mi piace farlo.
Quindi, organizzavo un week end in azienda vinicola con cena, pernottamento e degustazione di vini.
Vicino all'azienda vinicola, un birrificio artigianale dove pranzare il giorno dopo.

Ore 18:30 del sabato:
Mamma: "Lisa, passi a casa sabato?"
Lisa: "No, mamma: sono a fare un week end CON LE AMICHE"
Mamma: "Ah, brava! allora ci vediamo domenica sera? Passi? Noi il pomeriggio non ci siamo, torniamo verso le 9..."
Lisa: "Ok, allora passo domenica sera!"

SABATO SERA, AGRITURISMO:
Cameriera: "buonasera, scusate, volevo farvi una domanda..."
Johnny: "Sì, dimmi pure! :)"
La cameriera mi guarda imbarazzata e poi farfuglia: "Sì, scusi... posso fare una foto con suo marito? ...scusi, sa, ma è uguale a Johnny Depp, devo mostrarlo alle nipotine!"
Questa devo scriverla sul blog.
Lisa: "Faccia pure... comunque non è mio marito, è... lui è... [è ...cosa?]"
Attimi di silenzio imbarazzante.
Johnny: "...il suo compagno."
Mi accarezza la guancia e sorride.
Ah, sì? O____O'
Cameriera: "Allora vado a prendere la macchina fotografica! Grazie! :D"

DOMENICA POMERIGGIO:
Devo passare, volente o nolente, a casa dei miei a prendere delle cose.
Dico a Johnny di accompagnarmi su, "tanto non c'è nessuno".
E invece... aprendo la porta, trovo mio padre spiaggiato sul divano come una balena a guardare il motociclismo, con mia madre a fianco che legge le sfumature erotiche di chissà quale colore.
Istanti di panico: realizzo che non porto un uomo a casa dal 2005.

Dopo aver fatto le inattese presentazioni, vado a prendere le mie cose e conto di uscire subito.
Senonché, mentre sono in pieno imbarazzo adolescenziale e bestemmio la sorte, mia madre sale da me.
Mamma: "Lisa, sai cosa?"
Cazzo. E adesso?
Lisa: "No mamma...cosa?"
Mamma: "Assomiglia a Johnny Depp il tuo amico! Slurp! ;)"
Mia madre ha detto slurp???
Lisa: "MAMMA!"

Così, mentre mia madre fa "slurp" al mio "marito-compagno-ex ormaiamico", io scendo imbarazzata le scale e trovo la seguente scenetta: papà spiaggiato e Johnny a fianco che guardano insieme la bagarre per il secondo e terzo posto, ridendo.
Come?! Mio padre che ride dopo che ho detto che vado via con le amiche e torno con un uomo? C'è gente, in passato, che è morta per molto meno!
Mamma, con fare civettuolo, chiede a Johnny se può offrirgli da bere.
Lui, ovviamente, non rifiuta.

Io ho bisogno di bere in questo terribile incidente diplomatico.
Anche una volta uscita di casa, la tensione era tale che mi sono inavvertitamente sbronzata.
SLURP.

lunedì 17 settembre 2012

un lunedì da leoni - l'alzabandiera dell'impiegato

....no. No, non bastava l'abbigliamento teribbile della collega con la faccia da cane pechinese, a rovinarmi il lunedì.
Esco sul terrazzo a fumare una sigaretta.
A ore 11, impiegato dell'ufficio dell'INPS del piano di sotto, anche lui in pausa cicca.
La cyborgsirena inizia a suonare violentemente.
Cyborgradar: ON. Please wait... I'm scanning.
Cyborgreport: faccia da asciugone troppo convinto e annessa insegna luminosa: "ciao, femmina! Ho l'alzabandiera mattutino e sono disperatamente single da 8 mesi; bella camicia!"
Cyborgsirena: allarme asciugone.
Mi punta come un avvoltoio che fissa lo struzzo tirare gli ultimi spasmi.
Cerco di dargli le spalle, poi ricordo che ho addosso i pantaloni sbagliati per dare le spalle a un essere di sesso maschile.
Si avvicina.

"Buongiorno!"
"Buongiorno."
"Lavori anche tu all'INPS? ;) "
"No, nello studio qua a fianco"
"Ah, quindi non lavori all'INPS! :)"
[per il centro malattie mentali, proseguire 2 km e svoltare a destra]
"... è difficile connettere di lunedì mattina, vero? :)"
"Eh, sì! :D Ti ho vista al bar qua sotto ieri... potrei avere il tuo numero di telefono?"
"No, non potresti. Adesso vorrei fumare la mia sigaretta."
"Scusa, l'ultima domanda... potrei invitarti in ascensore?"

Ma da dove esce, 'sto sottosviluppato?

"Senti, Casanova... ma voi impiegati statali avete di meglio da fare che rendervi ridicoli rimorchiando sui tetti durante l'orario d'ufficio?"

Silenzio.
Negli occhi vacui passa la lucetta "mayday... alzabandiera rovinosamente crollato"

"E adesso, posso fumare la mia sigaretta?"
"Sì... torniamo al lavoro, è meglio. Scusa tanto."

'Assafà maronn'!!!!

l'urlo del lunedì

Io non so esattamente quali tarli possano annidarsi nella mente bacata di una circa 40enne in carriera con la faccia di un cane pechinese.
Quello che so è che la suddetta collega, da un paio di settimane, sta letteralmente consumando un paio di jeans colorati (sapete, quelli in stile anni '90, leggermente svasati sul fondo?) color turchese acceso.
Ma stamattina... stamattina... stamattina è lunedì e mi sento sensibile.

Ora, quando la mattina di lunedì uno entra in studio e preferirebbe essere morto piuttosto che lavorare, potete immaginare l'urlo terribile d'angoscia che esce vedendo questa cozza orrenda portare:
- jeans anni '90; colore: TURCHESE.
- canottiera a spalla larga, in cotone di spugna; colore: VERDE ACQUA.
- camicia di velo fantasia, abbottonata fino alla giugulare; colore: FANTASIA TURCHESE E MARRONE.
- scarpe: open toe in cuoio marrone, tacco largo, cm 6.

Adesso vado a scannerizzarmi il sedere e inviarglielo via PEC con scritto "kiss me, whore, I'm your fashion guru".

giovedì 13 settembre 2012

Patatrack - spalle al muro.

Sottotitolo: schizofrenia galoppante - io e la materia grigia.

Forse non tutti sanno che abbiamo due cervelli. Va bè, secondo questo calcolo i maschi ne hanno tre... comunque, il nostro intestino (in-test-ino) è formato da materia grigia e bianca, proprio come quella che abbiamo nel cervello, solo che è rovesciata. Insomma, lo dicono anche i medici: la pancia pensa. Per questo, a volte, Gollum (il cervello di pancia) e Smeagle (il cervello della scatola cranica) litigano come due galli nel pollaio.
Oggi vi faccio un esempio eclatante.

Dopo una serata in compagnia e un logorante mese di "siamo-ormai-amici- ma-a- tratti-ho-pensieri-strani", Johnny e io andiamo verso casa.
A 3 metri dal mio portone vediamo due della compagnia con la batteria della macchina scarica e ci fermiamo poco più avanti ad attaccare i cavi.
Facciamo due parole, li salutiamo e poi, essendo a 20 metri da casa, "faccio finta" di incamminarmi:
"Dove vai? Qua la macchina non la posso lasciare, ti accompagno"
"No, tranquillo, sono arrivata... non ti faccio rifare il giro dell'isolato!"
"Sai che supplizio, devo rifarlo comunque! Dai, scema, chiudi, lo sai che ti porto sotto casa"
Rimettiamo in moto e arriviamo al parcheggio sotto casa mia, mentre in una crisi adolescenziale di ritorno penso: forse quello spigolo è abbastanza appuntito che se ci sbatto la testa mi passano i pensieri strani.
Fortunatamente, sembra non accorgersi di nulla e continua a parlare come se niente fosse.
Io, invece, sembro uscita da una vignetta del Tempo delle mele e guardo per terra come una deficiente (salvo annuire ogni tanto) mentre fumiamo l'ultima sigaretta.

"Lisa, per favore, potresti sembrare più ritardata?"
Zitto cervello, e vedi di fare il tuo dovere: pensa ad altro!!!

"Un elefante si dondolava sopra il filo di una ragnatela... e ritenendo la cosa interessante... andò a chiamare un altro elefante! Due elefanti..."
Siamo a posto, mi sembri HAL9000 alla fine dei suoi giorni. 

Mi guarda pensieroso.
"Stai bene?"
'na favola. 
"Sì-sì"

"Sei silenziosa, qualcosa non va?"
Ma vaffanculo, scemo.
"No-no. [pausa interminabile] Sono stanca, è tardi, mi sa che è meglio... che vada."
Johnny sospira.
"Sì, Lisa, ho capito. Devo parlare?"
Apriti cielo.
"Sì"
"Ti sei sprecata, complimenti."
Oh, cervello, zitto, cosa serve che dica?!
 
Johnny blatera delle cose che potete immaginare benissimo da voi e conclude dicendo che non ha voglia di stronzate e storielle: ne ha avute fin troppe e può farne a meno.
"...quindi è meglio che tu vada a dormire, a meno che tu non voglia che diventiamo compagni di strada, oltre che di letto."

Patatrack.
Sospiro. Deglutisco. Checcazzo. Rido di me. Risospiro. Sorrido.

"Hai notato che manca la pioggia da film americano?"
Oh, cervello, guarda che non ti faccio più bere Martini se poi mi diventi così!

Patatrack.  

"E che cazzo gli dici mò? Ha ragione lui, eh... perché non è un coglione... e tu, ti sei stufata? Che gli dici, adesso? eh?"
Io non dico. Io lo tiro per la camicia. Ma con dolcezza.

Due minuti dopo:
"E questo cos'era?"
"Un sì."

venerdì 7 settembre 2012

cyborgfemmina - "sono una romantica"

Quasi quasi abbandono l'idea di sbattezzarmi e convertirmi al buddhismo tantrista tibetano, perché le preghiere a Padre Pio rendono bene.

Ieri sera esco con lo zio Sam, che è tornato dalla vacanza con la morosa di 12 anni e la sua mamma di 15, e doveva raccontarmi un po' di cosette.
Neanche il tempo di sederci e ciaccolare un'oretta, mi chiamano in 25 "dove siete? Ma si mangia in quel pub? Arriviamo anche noi".

Poi mi chiama Johnny, gli avevo chiesto di chiamarmi  per farmi sapere come andava l'appuntamento di lavoro.
"Ciao, sto tornando da XXX... è andato tutto bene. Senti, dove sei che io... ho voglia di vederti?"
"Sono al pub della Dea con lo zio Sam"
"E' tornato Sam? Arrivo subito, quanto state lì?"
"Finché non arrivi tu :)"

Commento dello zio Sam: "Era Johnny vero?"
"Sì, viene a salutarti"
"Hai gli occhi pieni di sbrilluccichini"
"Ma va là, siamo amici. Lo sai che siamo amici."
"Lisa... io leggo il tuo blog."
"E quindi sai che non è successo nulla e siamo amici."

Il primo ad arrivare è proprio Johnny, nel giro di mezz'ora. Ha gli sbrilluccichi anche lui quando dice ciao. Sam ride e gli fa "Ciaaaooo" con fare effemminato.
Poi varcano la soglia Mr. Simpatia, un amico venditore un po' faccia di cazzo ma al quale non puoi non volere bene (è stato lui a presentarmi il ragazzino/gatto morto di domenica e martedì). Con lui c'è la cugina zoccola, del ragazzino-gatto morto del post precedente, ragazzino a cui adesso dovremo trovare un nome... può andar bene il rimorchiabrasiliane a tradimento a cui martedì stavo per spaccare la faccia? Troppo lungo? Facciamo il Rimorchione.
Per presentare la cugina, diremo solo che porta degli occhiali finti leopardati e trangugia blow-job a profusione: per chi non lo sapesse, sono quei chupiti da bere senza mani, spompinando il bicchiere (ognuno ha i suoi gusti!), e che assicurano che la prima scimmia vicina al bancone venga a montarti.

Benissimo.Andiamo avanti.
Un'ora dopo si presenta pure il Rimorchione, proprio mentre dicevo a Johnny:
"Dopo ti secca fare due passi con me fino a casa? Martedì sono andata a casa da sola ma era l'una, mi hanno rotto le scatole per strada... non mi fanno niente, per carità, ma mi dà fastidio"
"Chi è lo scemo che ti ha lasciata andare a casa da sola?"
Quello che sta dietro di te. 
Manco se la programmavo usciva così bene!

Il Rimorchione fa una faccia strana, si siede e la serata va avanti senza intoppi. Salvo che io sono presa dalla conversazione dall'altra parte del tavolo, mentre la cugina mi fa sapere che ha scaricato il mio amico e che non voleva che la richiamasse: "avrà capito?"
Ma sei cresciuta tra gli stupratori talebani? Gliela dai alla prima sera e poi ti dà fastidio se uno è nato signore e ti chiama il giorno dopo?
"Non ti preoccupare, ha capito e non credo si stia strappando i capelli: io e lui siamo dei romantici... quindi, se non troviamo quello che cerchiamo, ci disinnamoriamo molto facilmente e passiamo oltre."
Tanto ti ha fatto solo un favore, sai, col culone e il cervello di gallina che ti ritrovi.

Il Rimorchiabrasiliane a tradimento mi fulmina, si alza, va a sedersi dall'altro capo del tavolo e mi fulmina di nuovo.
Sì, era rivolta a te, minchione. Solo che io umilio gli idioti con classe. Nervosetto, eh?
Assaporo con saggia e sublime lentezza il suo orgoglio maschile ferito e offeso mentre io e Johnny siamo presi da una conversazione sul bosone di Higgs, che probabilmente nel cervello del Rimorchione è una canzone di Marco Mengoni.


Vado a casa con Johnny mentre il Rimorchione torna con la coda tra le gambe a casuccia sua.

E se Johnny adesso non si sveglia in fretta, mi tocca accantonare l'idea di paccare lavoro oggi pomeriggio per portarmelo in montagna. Ovviamente lui non sa ancora di questa mia idea malata.
Sì, zio Sam. Ovviamente siamo amici.
Amici.
Amici.

mercoledì 5 settembre 2012

casi clinici multipli: padre pio.

Jeff Buckley è sposato. Ne sono ormai sicura: esce da una sorta di coma farmacologico ogni 5-6 giorni con un sms, e mi ha chiesto di sentirci su un cellulare aziendale, perché "è in viaggio per lavoro in Australia".
Ah, Gesù... ah, Gesù, che sofferenza sentire 'ste minchiate! Che sofferenza!
Gli rispondo molte carinerie e grazie per avermi avvisata, ti penso tanto e salamelecchi.
Sottotitolo: non ho voglia nemmeno di dirti cattiverie perché è stato bello, in compenso cancello il numero.

* * *

Tre giorni fa, mosso a compassione dalla notizia che Jeff è sposato, l'ex mi tormenta e non mi sento pronta a rompere nessuna bella amicizia con un amico che si sta trasferendo, un amico mi annuncia che mi presenta un amico.
"ma che, sei impazzito? Ci manca solo quello!"
"nessun impegno, usciamo in compagnia: devi vederlo, è un angelo"
"N-O."
Ma domenica si presenta con un ragazzino di 26 anni che, in effetti, sembra un angioletto. Mi fa i sorrisini fino alle 5 di mattina, mi imbocca con l'uva, tante cosette carine. Ho voglia di essere un po' coccolata, quindi mi lascio viziare e vado a dormire contenta.
Due giorni dopo, siamo a una cena in compagnia: si siede di fronte a me, tutto sorrisini e sfioramenti passando in corridoio. In mezzo al marasma della mia esistenza mi vien proprio da pensare: và che bellino che è!
Poi, malauguratamente, mi viene la bella idea di annunciare: "Domani sono via per lavoro, non farò tardi stasera"... lui sorride con quella faccia da angioletto, mi accarezza una guancia e mi dice "non ti preoccupare". Caro, angioletto!

E poi, sapete che fa? Si butta su una brasiliana bionda e non mi caga più... ed è tutto sorrisini per lei e la coccola e le chiede il numero, dicendole le stesse cose. Davanti a me, eh! E davanti a tutti quelli che c'erano tre sere prima. Tranne lei, ovviamente, all'oscuro di tutto. Ma siccome è fidanzata con anello e va a dire in giro da un anno che è in crisi a tutti quelli che incontra, decido di non avvertirla.

"Oh, Dio, ma che cazzo c'hai? Te sei scimunito?!?"

Quindi, prendo ed esco dal locale, saluto tutti dicendo "ho sveglia alle 5:30, è già l'una, vado a casa ragazzi... bevete un chupito alla mia salute!". Bacio tutti sulla guancia (anche lui e la bionda, con un bel sorrisino) e inizio a camminare. Dal vetro del locale lo vedo alzarsi a una velocità folle con una sigaretta in bocca e uscire. Accelero. Sento i passi dietro di me per cinque metri e non mi giro. Figurarsi se mi giro. I passi tacciono un secondo, poi tornano indietro.
Ma vai a miagolare sul tetto che scotta, imbecille.

* * *

L'ex vuole che ci vediamo per un aperitivo. Sì, di nuovo. Io, invece, voglio tirarlo sotto con la macchina.

* * *
Johnny Depp è la consolazione del momento: possiamo parlare per ore, è incredibilmente un uomo a posto. Tutto va a lentezza bradipo, col dubbio che succederà mai qualcosa. Infatti, circa una settimana fa, apprendevo con tristezza che deve trasferirsi per andare a lavorare in puglia.
Sabato siamo stati in giro dalle 19 alle due di notte, ascoltando un concerto, guardando affreschi, cenando fuori e gli ho anche fatto un regalo.
Come sempre, arrivati sotto al portone, sembra che stia per succedere qualcosa ma... ecco, io credo che non ci sentiamo pronti. In fin dei conti, siamo ormaiamici. E poi, lui andrà in puglia.
Oggi mi chiama, e mi annuncia che... no, in puglia non ci va, nemmeno per vedere il posto: ha cambiato idea.
Ma ve lo dico io cosa farò: fotto il karma e vado in chiesa a pregare per mantenere la castità per tre lustri: ecco cosa farò.

* * *
In silenzio entro in chiesa. Come iniziare la mia preghiera? Come disse l'autrice di "mangia, prega, ama", io non so pregare. In compenso, Lisa sa cantare. E di fronte a me, dei ceri votivi a Padre Pio mi spingono a intonare il canto sacro della divina disperazione:

In chiesa c'è un padre... in chiesa c'è un padre... è padre pio, e padre pio, e padre pio, e padre pio.
In chiesa c'è un marito... in chiesa c'è un marito... e Jeff Bucley, e padre pio, e padre pio, e  padre pio.
In chiesa c'è un amico... in chiesa c'è un amico... e Johnny Depp, e Jeff Buckley, e padre pio, e padre pio.
In chiesa c'è un gatto... in chiesa c'è un gatto... e il gatto morto, e Johnny Depp, e Jeff Buckley e padre pio, e padre pio.
In chiesa c'è anche un ex... in chiesa c'è anche un ex... e il maniaco, e il gatto morto, e Johnny Depp, e Jeff Buckley, e padre pio, e padre pio.

Io ci devo scrivere un libro sulla mia vita sentimentale, altro che blog.

venerdì 31 agosto 2012

a volte ritornano...

che figura di merda, che figura di merda, che figura di merda.
Eh sì, eh.

Ore 00:40 di mercoledì sera.
Io, altre tre pupazzette coi tacchi e un amico ci stavamo allontanando dal centro per portare a casa due delle pupazzette e andare a farci l'ammazzacocktail (no, non l'ammazzacaffè perché il caffè non l'avevamo preso).

Era stata una serata organizzata per far conoscere all'amico una delle pupazze. La situazione s'era complicata, scoprendo che la tipa dell'appuntamento al buio non mangiava pesce e voleva solo carne stracotta; era, oltretutto, schizzinosa con le verdure e mezza astemia.

Insomma, camminavamo verso la macchina.
Una delle pupazzette condivide con noi il suo stress emotivo: il moroso le ha regalato un brillocchio da 156 carati, dopo che ormai lei s'era messa via che non c'era verso di fargli cambiare testa... anzi, forse era meglio cambiare moroso. E, giustamente, non sapeva cosa fare perché, anche se non ne avevano parlato apertamente, sapevano entrambi di essere al capolinea.
"Perché il brillante? Perché adesso? Cosa faccio?"

"Sono quei gesti disperati che fanno per tenersi una donna..." me ne esco, "pensa che giusto pochi mesi fa ho ricevuto anch'io un anello da un quasi-moroso e sono caduta dal pero... per fortuna non un diamante... ho aspettato altre tre settimane per fuggire, ma solo perché mi sono trattenuta".

Neanche il tempo di finire la frase.
"LISAAA!!!!!"
Uomo affannato, trafelato e di peso inesistente alle mie spalle.
Mi giro.
Minchia è lui. Che figuradimerda, che figuradimerda!
E' lui, l'ex quasi-moroso, il mio terrore dell'ultimo mese e mezzo, con sei chili in meno. Mi si attacca tipo zecca al semaforo:
"Ti vedo molto bene, io invece da quando mi hai mollato, come già sai sono dimagrito, non ho fatto ferie, non mi hanno pagato al lavoro e ho bucato la ruota della macchina proprio sotto il tuo studio nuovo, che coincidenza... beh, comunque, trecento euro per la ruota, sai? Ci mancava, sì! ...ti accompagno a casa?"
E come, non lo so?! L'unica volta in cui ho accettato un aperitivo "in amicizia" mi hai tolto la vita due ore perché non mangi e non dormi.... e comunque non ti hanno MAI pagato, perché quello NON E' un lavoro! Comunque, dimmi, la peste bubbonica non è ancora arrivata...?
"No, grazie, non sto andando a casa... sono con loro..." (ma và?)
"Ci vediamo però... io voglio rivederti, non ti ho chiamata perché so che ti disturbo e poi quando ero venuto sotto il tuo studio l'altra volta non sei scesa"
E ci mancherebbe, maniaco!

In qualche modo riesco a fuggire e a interrogare le pupazze: avrà sentito?
"No, figurati, mentre dicevi quella cosa stava correndo come un fulmine per raggiungerti urlando il tuo nome a tutta la piazza... ma perché, era lui...?"
"Sì, era lui"
"Ma che sfiga!"

Il giorno dopo, di nuovo. Sms, stavolta: "ci vediamo? Andiamo a berci una cosa, abbiamo tanto da raccontarci!"
Eh no, caro. Stavolta col cazzo. Col piripicchio.

Credetemi, ho molto rispetto per il dolore altrui. Ma ci vuole dignità.

Tutto ciò per dirvi che se non scriverò più sul blog non vi resta che guardare sui giornali al titolo: giovane donna trovata a pezzi in un cassonetto dell'umido.
Perché lui fa la differenziata.


P.S.: Ho scordato un aggiornamento di vitale importanza.
Ricordate questo post, in cui ci chiedevamo perché il maschio alfa avesse un bidet in studio, nonostante molte cose in lui gridassero "sono impotente"?
La sua collega di più vecchia data, all'aperitivo del corteo trionfale in cui me ne sono andata, mi ha svelato l'arcano: quello studio una volta era una casa.
"Anzi, se apri l'armadio, altro che bidet... c'è ancora la vasca da bagno! Ma perché, cos'avevate pensato? Ma come vi viene in mente, quello è sposato col lavoro!"
Se il lavoro va male, faccio l'astrologa.

martedì 28 agosto 2012

Mr Big- epilogo

E' il momento giusto per raccontare la fine di questa storia. Le puntate precedenti le trovate in archivio, alla categoria "Mr Big". Sì, perchè ancora oggi e nonostante tutto per me è così.

Pochi mesi erano passati dopo quel biglietto che la moglie di Davide lasciò sulla sua macchina.
Continuavamo a vederci, semplicemente perché non potevamo farne a meno, ma lui era sempre più distante.
Spesso, litigavamo. Lo accusavo di avermi mentito e, anche se non ero mai stata così stupida da non aver capito che si trattava di bugie, capivo finalmente che mi ero sentita abbastanza forte da sopportare la situazione... ma alla fine mi ero innamorata sul serio, e non sapevo affrontare quella matassa che mi stava intrappolando e consumando. Chissà cos'avevo sperato di ottenere.
Durante uno di quei litigi, Davide mi chiese se avrei voluto vivere con lui. Ricominciare daccapo, insieme.
"Lisa, ho avuto tante donne nella mia vita, è vero. Ma la tua dolcezza, il modo in cui ancora adesso abbassi gli occhi e il modo in cui ancora adesso ti abbandoni completamente, come fossimo a letto insieme per la prima volta... non vorresti vivere con me? Ce la caveremo, vedrai. Ci vorrà solo poco, pochissimo tempo. Troverò una casa..."
Le sue valigie erano per terra: se n'era andato di casa. Dormiva da me da due notti.
Ma altre volte l'aveva fatto, per pochi giorni, e io non gli credevo più.
Non potevo più credergli, e quella dolcezza era diventata odio.
Così gli dissi quello che non avrei mai voluto mi uscisse di bocca, perché non credevo più che mi avesse mai amata.

"A vivere insieme... e per cosa? Per essere quella che ti aspetta a casa mentre ti fai le altre? No, Davide... no: è molto meglio essere la tua amante che la tua donna."

Non disse nulla. Mi guardò e gli occhi luccicavano. Non so ancora adesso se di stupore, rabbia, umiliazione, incredulità, dolore o tutte queste cose insieme. Mi accarezzò la guancia e mi baciò la fronte. Mi guardò come fossi ormai consumata, col dito sfiorò la mia pancia magrissima.

In silenzio, prese le valigie.
Uscì dalla porta, senza nemmeno una parola.
E non lo rividi più.
Non seppi più nulla di lui.
Per settimane aspettai che riaccendesse il telefono, che chiamasse.
Forse cambiò semplicemente numero.
Dopo mesi, la madre del mio ex mi disse "non dire niente, ma so che ti stai tormentando... taci, Lisa, non so neanche perché ti sto facendo un favore dopo le lacrime che ho visto piangere a mio figlio per te... ma sono una donna, e so tutto, perciò ascolta bene: lui è partito con sua moglie, hanno traslocato, lontano da qui... Davide era pieno di debiti."
"Non me l'ha mai detto..."
"E perché avrebbe dovuto?"

Così, era finita. Sapevo anche perfettamente dove andarlo a cercare, ma a cosa sarebbe servito?
Conservai in una scatola quella conchiglia che avevamo raccolto insieme sulla spiaggia, e che è ancora lì.

Dopo sei anni, mi trovavo a passeggiare per le strade di Verona, dove eravamo stati felici.
Vidi un uomo che mi fissava dalla veranda di un ristorante.
Guardai meglio.
Era Davide.
Io ero con un altro, passeggiavamo e ridevamo... ma mi fermai a guardarlo, per una manciata di secondi che sembrava infinita, e nei nostri occhi c'era tutto: nostalgia, amore, l'implicita domanda "stai bene?" e niente, niente da perdonare.
Poi, una donna e una ragazzina uscirono dal ristorante e si sedettero con lui. Guardai meglio: la donna era Monica, e la ragazzina era la bambina di tanti anni prima.
Senza quasi accorgermene, guardai a terra, annuendo con un sincero sorriso.

"Cosa c'è, Lisa..?" mi chiese l'uomo al mio fianco.
"Niente, tesoro... andiamo, è una bella giornata."
Gli presi la mano e mi allontanai, dicendo a me stessa che un cerchio, finalmente, si era chiuso... avrei amato di nuovo.

mercoledì 22 agosto 2012

come fare sesso in un monastero

(Seconda puntata. Per andare alla prima scorri in basso, se no non ti trovi.)

Ecco, dicevamo che quando ho mandato a puttane le mie ferie col moroso mollando il moroso, ovviamente mi ero messa via che sarebbe stata un'estate improvvisata.
Dopo le prime settimane nel Salento e in attesa di unirmi alle amiche verso il 20 agosto, decido all'ultimo minuto quale sarà la mia nuova meta.
Un monastero buddhista.

Ero in cerca della quiete e dell'amore cosmico, dopo un anno decisamente stressante. Solo Buddha può salvarmi dalla follia omicida, mi ero detta.

Primo giorno.
Mente di Lisa: che cazzo sono venuta a fare? Qua non c'è nulla se non 'sti tibetani dal sorriso ebete e i devoti a Buddha col sorriso più ebete del loro. Maledetti fricchettoni, datemi un'ascia.

Secondo giorno.
Mente di Lisa: forse sono stressata sul serio. Volevo meditare e invece non faccio altro che lamentarmi. Proviamo a trovare 'sto amore cosmico.

Con smalto e messa in piega perfetti, mi dirigo verso il tempietto di meditazione. La scena era degna di un film di Fantozzi: "...Fantozzi e Filini meditavano dalle 7:30 del mattino alle 22, con pause pranzo e cena e due ricreazioni di mezz'ora. Il terzo giorno, Fantozzi, rientrando nella sua camera con vista colline toscane, colpito da un trasversale raggio di sole negli occhi, vide entrare in camera il Buddha. Filini, illuminato dalla santa compassione, decise di ritirarsi in silenzio sull'Himalaya per sette anni".

Molto vicina alle lacrime con cui si riaprì il mio vecchio, stanco e malconio cuore a causa delle meditazioni sulla compassione, la gratitudine, il sentirsi fortunati e un sacco di cose a cui non pensavo dal 1997, a cena mi colpì una visione divina: davanti a me si sedette un esemplare di uomo perfetto.
Il mio cuore, già aperto all'amore universale, ringraziò con le lacrime agli occhi la Sacra Famiglia, i Tre Gioielli e la Madonna del Carmine, sospirando: "dio esiste: ora c'ho le prove. TAPPHAMI LEVANTE! TAPPHAMI SE TU MI VUO' BBENE!".
Siccome è l'uomo perfetto, non mi degna di uno sguardo.
Ma, parlando con la mia vicina di tavolo, le dico quanto sono contenta del bellissimo ritiro di meditazione che sto facendo, e che non vedo l'ora che arrivino le 7:30 di mattina per tornarci.

E infatti, ore 7:30 del mattino lui è al ritiro di meditazione.
Ore 15:00: cambio posto e mi metto di fianco a lui, con la scusa che in quel posto arriva meglio l'aria del ventilatore.
Ore 19:30, il sosia di Jeff Buckley si siede di fianco a me per la cena e con somma gioia scopro che sa anche parlare.
Da brava rana pescatrice, so che il maschio (specialmente se è l'uomo perfetto e tra tre giorni sei a casa tua) va incoraggiato. Quindi gli dico che il ritiro è bellissimo ma oggi è una così bella serata che forse non vado alla meditazione.
Propone un caffé in paese.
Fingendo stupore per l'ardita proposta, dopo due secondi rispondo "beh... dai, perché no?".

Purtroppo per me, l'uomo perfetto è davvero perfetto e in poche ore gli cado tra le braccia. Due volte.
Poi pensiamo bene di dirigerci ognuno verso il suo letto e vederci l'indomani.
L'indomani è identico al primo giorno, se non fosse che la sera Jeff mi trascina a un ristorantino di pesce sul mare dove mi offre la cena, e dove decido di accendere un cero a Santo Cupido, Eros, Afrodite e il clero di Ishtar.
Il cameriere ci dice che siamo una bellissima coppia. Appena lo informiamo che ci siamo conosciuti il giorno prima in un monastero buddhista, fa una faccia incredula e dice "allora ci vado anch'io!".

Arriva il momento che la povera Lisa vada via. Abbiamo dormito tre ore, ci vediamo a colazione: lui con le occhiaie, io trasfigurata di luce cosmica (mi succede così quando passo una bella nottata, forse sono una specie di vampiro sessuale).
"Allora vai via davvero? Per un attimo ho sperato che restassi un giorno in più con me".
"Sì, parto tra 10 minuti"
"Mi lasci il tuo numero?"
Tiro fuori il bigliettino col mio numero, preventivamente profumato perché tanto in fondo rimango una quindicenne e il Buddha peggiora soltanto la situazione, lui fa per darmi il suo.
"No... tieni il mio, e se mi vuoi mi chiami, altrimenti va bene così".

Scivolo via con un bacio sulla guancia mentre mi dice "magari potremmo davvero rivederci se vuoi..."  "vedremo... chiama!".
Un'ora dopo, il suo primo sms.

E anche se so perfettamente che le storie vacanziere finiscono nel nulla dal quale cominciano, non credo avrò le forze di farmi Johnny Depp finalmente single sul tavolo della cucina, domani.
Tapphami Levante.

la cyborgfemmina e l'ormai-amico

Per molte donne sarebbe stata una tragedia scoprire, il 17 luglio, che non passerai delle romantiche vacanze accoppiandoti come un furetto nella salata acqua del mare notturno.
Ma per una cyborgfemmina, ciò si può trasformare in una meravigliosa opportunità di flirtate estive multiple con barrette antirisucchio (e questo mi fa anche pensare a quei momenti della vita che vediamo come disgrazie, mentre sono enormi fortune).
Non starò qui a raccontarvi il come e il perché dellla fine della mia storia con lo psicologo, perché guardare al futuro invece che al passato è sempre una buona abitudine, anche se può causarti una miopia da sforzo.
Andiamo con ordine, e terrò il dulcis in fundo per il prossimo post.
A questo post, invece, è dedicato il delicato tema dell'"ormai-amico".

Questa razza di uomini rientra in quei crudeli casi della vita in cui una potenziale, meravigliosa scopata, per circostanze avverse, si trasforma in una "bella amicizia", fino al punto in cui accetti che lui non disegnerà mai con la lingua il contorno del tuo ombelico e, anzi, se ciò accadesse sarebbe una tragedia per il vostro bel rapporto.
E se un giorno capita l'occasione, inizia il valzer del moscerino, con la complicazione che ormai conosci tutti i cazzi suoi e quindi non ti intriga nemmeno più.

Dicembre 2009.
Entro in una birreria aperta da poco e mi trovo davanti il sosia di Johnny Depp.
Non può succederti una cosa del genere senza che tu inizi a balbettare idiozie e rifare il tuo guardaroba giusto per entrare in quel bar e vedere se gli strappi un appuntamento.
Ma passano i mesi. Passa un anno.
Ormai ero diventata un cliente fisso e avevo messo una panza da birra atroce e frequentato altri uomini, quando vedo un furetto riccio, bassino, con due occhioni da gatto di Shrek e la minigonna (in una parola: Minnie), che infila un chilometro di lingua in gola a Johnny Depp.
Scopro che sono insieme da nove anni.
E la topolina mi è pure simpatica.
Pazienza, mi dico. Tanto non ti cagava lo stesso.

2011
Grazie all'enorme quantità di denaro speso nel locale di Johnny, alla fine siamo entrati in confidenza e qualche volta si esce in compagnia per delle degustazioni di birra artigianale. La mia panza da birra cresce, e nonostante i 57 chili della mia perfetta forma fisica, mi è sempre più difficile stare in apnea per mettere le magliettine aderenti.
In ogni caso, no: decisamente non mi piace. O meglio, scopro che mi piace come amico, anche se a volte è cocciuto come un mulo e lo prenderei a sberle. Nel tempo, anzi, nasce proprio una bella amicizia, nonostante ogni tanto mi sfiori il pensiero di strappargli le mutande: ma se dovessimo andare oltre all'one night stand, ci tireremo dietro pile di piatti e non è il caso.
Quindi, accantono ogni velleità sessuale nei suoi riguardi.

10 agosto 2012
sms dal nulla: "ciao! Tutto bene? sei rientrata dalle ferie? Ci facciamo compagnia in questa notte di San Lorenzo senza morosi e morose?"
Toh... e sentiamo, che cazzo ti sei preso per uscirtene così?
Penso che devo essermi persa qualche passaggio: che fine ha fatto Minnie?
Ma a domanda indiretta risponde con reticenza, quindi scelgo di credere che usciremo in amicizia.
Rimandiamo di un paio di giorni questa misteriosa uscita a due, infine ce ne andiamo a fare un giro in moto, in cui mi guardo bene dallo spalmarmi su di lui come fossi marmellata.
Urlandoci dai caschi le ultime novità dal fronte, scopro che con Minnie si sono mollati a novembre, ma lui "deve ancora trovare un altro appartamento":
e quindi cosa crederesti di fare?
Nonostante l'intento per un attimo fosse sembrato quasi chiaro, la serata scorre tranquilla e il mio ormai amico tiene a farmi sapere che non è tipo da avventure.
Peccato, io in questo momento non sono tipa da storie.

13 agosto 2012
Parto per un iperrilassante ritiro in Toscana alla ricerca dell'amore cosmico, dove, oltre all'amore cosmico, conosco anche il sosia di Jeff Buckley (di cui vi parlerò al prossimo post, intitolato "come fare sesso in un monastero").
Appena lo vedo mi cade un occhio per terra e ringrazio Buddha, Krishna, Gesù Bambino e Sant'Antonio Abate per avere creato l'uomo perfetto.
Sento Johnny il 14, il 16, il 17 e il 18.
Inizia a chiudere gli sms con i baci.
Organizziamo una strana cosa: una cena a casa mia con 6 invitati, in cui giovedì andremo a fare la spesa insieme e venerdì cucineremo tutto il giorno... insieme.
Romantico, no?
Ma ora mi chiedo: cosa potrebbe accadere se venerdì, mentre cucino con Johnny, chiamasse Jeff Buckley e io mi sciogliessi sotto gli occhi del mio "amico" in una vocina vellutata e bisbigliando "smettila, non sono sola..."?

Lo saprete nella terza puntata, perché nella seconda vi presenterò Jeff.

venerdì 27 luglio 2012

casi clinici - l'occhiata funesta

Ebbene. Ho saputo da fonti attendibili che su youtube è presente un guru indiano che lancia occhiate terrificanti urlando OOOOOOOMMMMM SHAAANTIIIII!!!! SHAAAANTIIII!!!!, tanto che alcuni dichiarano che grazie al suo sguardo fulminante hanno visto e conosciuto Dio.
Voglio dire, 'sticazzi. Meglio della Depositaria della Spada della Verità!!!
Ci tenevo a narrare questo dettaglio perché ho studiato a lungo il suddetto sguardo teribbbbile, e in effetti non vedevo l'ora di farne uso anch'io... sai mai nella vita, magari sono dotata...

Dopo la doverosa premessa, informo l'universo femminile che il mio nuovo lavoro è iniziato da due settimane, e che mi sono trovata come compagno di studio Kim Rossi Stuart de nojaltri, esemplare di figo fotonico nonostante le spalle un po' minute (per cui non vado pazza), occhioni azzurri da capogiro e culetto da pizzicotti.
Benebene, mi dico i primi due giorni, se si è laureato con 110 e lode avrà anche un cervello!

Lisa, non correre.

E infatti:
- terzo giorno: molla lo studio e mi scarica tre scadenze da fare in quattro ore, perché deve andare a un aperitivo.
- quarto giorno: 50 minuti di ritardo a un appuntamento coi clienti.
- sesto giorno: sbolognamento di altra scadenza da finire entro le 10:30 mentre lui, senza avvisare, arriva a mezzogiorno perché la sera prima ha fatto tardi a un concerto.
- settimo giorno: si presenta con una maglietta fucsia scollata a V.

E manco è finita qui: ieri se n'è uscito con un... "cosa fai stasera?"
"vado in quel locale nuovo, che hanno inaugurato la settimana scorsa..."
"Quasi quasi vengo anch'io..."
"Non è un po' lontano da dove stai tu?"
"Ah, mi basta che ci sia la figa e vengo dove vuoi!!!"
eeeeeeehhhh?????!!!!????

E' lei: l'occasione che attendevo da mesi.
L'occasione per collaudare l'occhiata fulminante del guru di youtube.
OOOOOOOMMMMMM SHANTIIIII!!!!! SHAAAANTIIII!!!! O_____O

E se vi state chiedendo se ha funzionato....beh, non proprio: Kim Rossi Stuart non ha visto Dio: l'ultima cosa che ha visto è stata la G di metallo della mia borsa di Gucci che gli volava in mezzo alla faccia.
Cafone.

Sempre vostra,
Lisa.

mercoledì 18 luglio 2012

maschio alfa- ultimo capitolo: corteo trionfale

Sottotitolo: so long and thanks for all the fish!

Dopo tre settimane in cui il maschio alfa, se pure si presentava ai piani alti, non cagava di striscio noi poveri cenciosi in attesa di retribuzione; dopo che, se tentavamo di sollecitare il pagamento delle mensilità arretrate, se ne scappava stile Flash Gordon con tanto di fulmini al seguito; dopo che, inutilmente, lo chiamavamo al telefono per chiedergli un appuntamento, ho infine deciso, mentre era in viaggio per una settimana nonsodove, di chiedere alla sua segretaria personale di fissarmi un appuntamento con lui.

E lei: "ma deve chiederlo a lui, non a me!"
E io: "Signora, ma le pare che se vengo da lei a chiederle un appuntamento, non ho già provato a chiederlo a lui? Non lo trovo!!!"
Negando decisamente di poter fare qualcosa per fissarmi un incontro, infine capisco: devo andarmene e basta. Qua non si vedrà una lira, e d'altronde sono due mesi che non lavoro.

Così, nella sua settimana di vacanza, fisso vari colloqui e scelgo infine di lavorare da un vichingo quarantenne dai capelli rossi (che, attualmente, si è rivelato un dritto che fa lavoro di squadra, offre gli aperitivi e regala pacchetti di sigarette).
Dopo avere scelto, invio a maschio alfa una mail, avvisandolo che nelle settimane passate lo cercavo solo per dirgli che me ne andavo, e ormai non posso più attendere oltre. Gli chiedo cortesemente di lasciarmi il tempo necessario a portare via le mie cose, sperando di lasciarci da persone "intellettualmente affini, sebbene lavorativamente incompatibili, che non vogliano dimenticare i bei momenti del percorso fatto insieme" [sottotitolo: vaffanculo].

Risponde: vediamoci domani e parliamone.

Ma all'appuntamento del giorno seguente non si presenta. Così, porto via la mia roba il giorno dopo, saluto tutti e dico "torno su fra poco e scendete con me, vi offro l'aperitivo".

Mentre tutti stiamo sfilando verso l'uscita, diretti al bar, il maschio alfa, accovacciato nel buio come Gollum, assiste attonito al corteo trionfale dei componenti dello staff che scendono un'ora prima della chiusura senza chiedergli il permesso.
A bocca aperta biscica, davanti a tutti, un: "Lisa... non dovevamo vederci?"
"Sì, ieri... e non è venuto" sorrido materna, "ma non si preoccupi: dopo mi hanno detto che aveva avuto un impegno [sottotitolo: dopo che l'ho aspettata]"
"Parliamone, non vorrà mica andarsene davvero?!"
"L'ho già fatto, ho firmato ieri sera il nuovo contratto".
Con una faccia da culo impressionante, mi metto a raccontargli sorridendo del nuovo lavoro e scherzo amabilmente con lui.
E, accarezzandogli amorevolmente una spalla, con un gran sorriso commosso, gli dico "Grazie di tutto"... finché una collega dietro di me, afffetta ormai da diabete, dice "guardi, noi usciamo: Lisa ci offre da bere".
E io: "vuole venire con noi?"
E lui: "eh, adesso non posso... ma organizzerò un aperitivo anch'io, con tutti, per salutarla. Mi chiami domani, almeno per chiarire".
"Va bene così. Ci sentiamo domani." [sottotitolo: vaffanculo, non ti chiamerò mai, tanto tu non risponderai].
"Lisa...?"
"Sì...?"
"Sia felice."
Sorrido. Esco.

Uscendo, fischietto il motivo di "Guida galattica per autostoppisti" ---> Addio e grazie per il pesce, anche se in fondo ci rincresce... la vita a volte va cosìììììì!

So long and thanks for all the fish! Magari ci vediamo davvero per uno spritz, visto che comunque... beh, lo sapete che non sarei mai uscita col capo! ;) e l'idea di fare da matrigna a CitrulloMaria, a questo punto, è davvero esaltante.

martedì 10 luglio 2012

L'estetista (cantami o diva...)

Cantami o diva dei peli di Achille l'ira funesta, che infiniti addusse lutti ai travoni...

Così iniziava l'Ilariade, versione metropolitana e ilare dell'Iliade.
voce amica: "Sì, pronto?"
Lisa: "Buongiorno, sono Lisa, parlo col centro estetico XXX?"
V.a.: "Sì, buongiorno Lisa!"
L.: "vorrei prendere appuntamento per una ceretta all'inguine nei prossimi tre giorni"
v.a.:"mi dispiace, siamo al completo"
L.: "Guardi, non sono la donna delle caverne. Bastano dieci minuti... è proprio tutto pieno?"
v.a.: "ah beh, allora è un altro discorso. Passi pure oggi pomeriggio alle 16:40 e chieda di Samantha".

Allora è un altro discorso...? Cos'avrà voluto dire?, mi chiedo.

Ore 16:38.
Mi fanno accomodare di fianco a un camerino dal quale si sentono urla selvagge.
Ah, ecco cosa voleva dire!
Una voce di travone dalla stanza delle torture:
"Tesoro, ma questa non è una micia.... questo è un GIAAAGUAAAAROOO!!!! Ma cosa dice il tuo ragazzo? Ah beh, ma tu non ce l'hai un ragazzo se sei ridotta così... dai, mettiti a pecorella che fa meno male!"

Sono indecisa se fuggire a gambe levate o attendere il mio turno... decido di attendere il mio turno.
Il travone - Samantha -, butteratissimo da anni di acne adolescenziale, alto un metro e ottantacinque, esce dallo sgabuzzino tutto sudato, accompagnato da un ragazzo effemminato, abbastanza rospo e visibilmente traumatizzato.
"Tu sei quella con cui dovevo fare in fretta? Volesseilcielo, cara... accomodati! Sei una signorina vera-vera o devo chiederti il nome del tuo chirurgo?"

Ecco... boh, io non ho parole.
Cantami o diva dei peli di Achille l'ira funesta...

lunedì 9 luglio 2012

la maledizione di Giacobbo

....a volte ritornano.
Non so neanche da che parte cominciare: è il 2012 e deve finire il mondo. Non mi avevano avvisata che la maledizione di Giacobbo avrebbe avuto ripercussioni anche sul MIO mondo.
Ebbene, dovete sapere che sono stata vittima, negli ultimi mesi, di mobbing & stracciamento di cazzi sul lavoro: un bel giorno entro e la mia scrivania non è più al solito posto. Poi mi tolgono il saluto, pur di non pagarmi quanto mi spetta dopo due mesi di ritardo.
Siccome c'è stata un'evasione dai piani alti, decido di andarmene anch'io: ho già trovato un nuovo lavoro, in cui viaggerò parecchio, pronto a sostituire il maschio alfa dei miei testicoli, che mi sono appositamente cresciuti sotto le mutande, giusto per il tempo necessario a rotolare per terra... TONK! TOnk... tonk... onk...
Pare che CitrulloMaria sia inciampato nei testicoli suddetti rompendosi un femore, e che, come spesso accade, io sia stata accusata di stregoneria e voodoo per la frattura del povero figliodelcapo. No, caro, niente di ultraterreno... è che non guardi dove metti i piedi.

Nel frattempo, "quasi-moroso" è stato scaricato definitivamente. Ritorno al futuro (o passato che ritorna?), mi attende un'estate con altre due amiche single: buon per me, che non ho mai sopportato la villeggiatura di coppia. e buon per voi, che ne leggerete parecchie.

Capirete bene che in un periodo simile io mi sia allontanata dal blog, dato che questo è un blog umoristico e non avevo nessuna intenzione di trasformarlo nel diario di una malata di nervi.

Ma eccoci di nuovo qui, con le nuovissime dal fronte.

Proprio l'altro giorno, mentre aspettavo la Ele per l'aperitivo, mi si avvicina un tizio biondiccio, occhio azzurro, carino e simpatico, che s'è giocato tutto quando si è presentato col nome di GERONIMUS.
Cioè, nemmeno Geronimo, GeronimUS.
Prontamente, l'omino del cervello s'è immaginato una scena bollente in cui urlo "sì, GeronimUS, sei una bestia!!!!"

Sarà il caldo, ma sono quasi svenuta al pensiero.
Ad maiora! ;)

giovedì 19 aprile 2012

Casi clinici - stranezze delle donne

L'avevo promesso tanto tempo fa: questo blog non sarebbe servito solo a discutere delle stranezze degli uomini.
Dopo attenta riflessione, ho individuato i luoghi comuni che, da donna, sento miei.

1) La tavoletta del water
E' capitato a tutte, prima o poi: hai finito di prepararti per uscire e abbassi le calze guardandoti allo specchio, per assicurarti che la tua faccia non sia un patchwork arancione su fondo bianco (il collo).
Perdendo, con questo semplice atto, la vista dell'amico di porcellana alle tue spalle, e chinandoti contando sul suo appoggio, precipiti incastrandoti i fianchi nella tazza del water.
Freddo. Umido. Schifoso.
"GROAAARRRR!!! LA TAVOLETTAAAAA!!!!" urli al povero malcapitato che la alza per non pisciarci sopra.
In fondo è colpa tua, che non guardi dove metti il sedere.
Ma, si sa, avevi i minuti contati perché ne hai persi 20 a piastrarti i capelli, altri 20 a truccarti e altri 10 a fissare con aria demente l'armadio, pensando "non ho niente da mettermi".

2) Mutazione genetica
A chi non è capitato di odiarsi perché in coppia subisce una sorta di mutazione genetica, trasformandosi in una rompicoglioni?
"Sei tornato tardi" (che ti frega, tu eri fuori con le amiche!); "bevi troppo, stai mettendo la pancia" (quando bevi di più tu, ma fa niente); "dovresti trovarti un lavoro serio" (quando tu fai uno stage aggratis); "ma come ti vesti?!" (quando lui sopporta pazientemente la tua gonna a palloncino).
Ve lo svelo io: si chiama istinto materno represso.
Ci lamentiamo del fatto che gli uomini cercano nelle donne una seconda mamma, ma quando non la cercano e si fanno gli affari loro diventiamo iperprotettive e gli vogliamo scegliere anche i calzini.

3) Non esco, sono stanca
Quante di voi non hanno usato questa scusa per rimanere a casa e coprire la piccola bugia del "sono una donna acqua e sapone"?
Certo, non puoi mica dirgli "tesoro, non esco perché dalle 20:00 alle 22:30 ho una priorità irrinunciabile, certamente più importante di te. Nell'ordine, dovrò: farmi le unghie; indossare una maschera da viso verde acido sembrando l'incredibile Hulk; mettermi l'impacco sui capelli e lasciarlo agire 30 minuti, altrimenti sembrerò un nido di vespe; farmi la ceretta, altrimenti domani chiamerai la forestale; spalmarmi dappertutto la crema idratante dell'erbolario; limarmi le unghie dei piedi per non sembrare un hobbit coi sandali.
Perché, tu pensavi che fossi così al naturale? Caro mio, se mi tenessi al naturale non sarei così diversa da te sai!"

4) Ho mal di testa
Questa francamente non è da me, ma la metto lo stesso perché un paio di volte mi è capitato di doverlo dire.
Traduzione? "Con la cena di stasera ho la pancia talmente piena che se inizi a saltarmi sopra e di fianco e via dicendo vomito sul letto. Grazie per avermela offerta, in ogni caso. Squisita. Buonanotte."

martedì 27 marzo 2012

L'intervista premio

Malauguratamente per tutti, Chica e Annastella hanno deciso di premiarmi con nonhocapitocosa.
Cioè, ho capito che ultimamente girano un sacco di banner che fanno tipo catena di Sant'Antonio (a breve ne creerò uno anch'io) e che se ti arriva la patata bollente devi farti sette domande e darti sette risposte.

Sennonché devo declinare la proposta, perché Cosmopolitan mi ha eletto Ragazza Cosmo del mese... e pensate che l'ultima eletta è stata Samantha Jones dopo la battuta: "tesoro, non è innamorato: gli scoppiano i testicoli!".

Ovviamente l'intervista a Cosmopolitan deve avere la precedenza: infatti, quello che non vi ho ancora detto è che in questo momento mi trovo davanti a un'imbarazzante inviata speciale vestita di arancione, che continua a giustificarsi dicendo che "è il colore della stagione!"

I. S.: Buongiorno Lisa! Sono qui per farti qualche domanda su di te, dato che qualche mente bacata ha deciso di eleggerti Ragazza Cosmo del mese...


L.: Non puoi cambiarti maglietta?


I. S.: Veniamo a noi: qualcuno mi ha detto che sei una brava cuoca...

L.: Diciamo che la gente si autoinvita a casa mia facendo ordinazioni di cannelloni salsiccia e fontina, di fiori di zucca ripieni e fritti o di pasta alla vigliacca. 


I. S.: Pasta alla vigliacca?

L.: Quella che si condisce rovesciando il frigorifero in una padella.

I.S.: Naturalmente. E dimmi, come ti è venuto in mente di aprire un blog del genere? Non hai paura che qualche tuo ex lo scovi? Ma specialmente... è tutto vero?

L.: Secondo te come farei a inventarmi delle storie del genere?! Comunque sì: i primi giorni mi svegliavo terrorizzata e ogni volta che mi arrivava un sms sobbalzavo credendo che mi sarei presa della stronza... ma poi mi sono detta: "tranquilla... i tuoi ex non sanno leggere".

I.S.: Quindi è vero... tu davvero credi che gli uomini siano un branco di imbecilli?!

L.: Ma certo che no! Solo quelli che frequento io.

I.S.: Certo... beh, mi pare che ce ne sia una bella sfilza comunque... (*ammicca*) Mi ricordo una volta in cui...

L.: Ferma là. Il fatto che io stia rispondendo alle tue domande non significa che siamo amiche: hai una maglietta arancione.

I.S.: (*imbarazzata, riprende il block notes con le sue domandine*) Giusto... dicevamo... volevo chiederti se secondo te c'è un motivo per cui gli imbecilli ti frequentano.

L.: Riformula la domanda, sono in premestruo.

I.S.: ... se c'è un motivo per cui trovi tutti questi imbecilli.

L.: Forse crea qualche problema il fatto che mi piacciano i saggi sull'archeologia mesopotamica, i congiuntivi e il post-punk... quindi mi trovo ad uscire con sociopatici, autistici o con dannati&squattrinati (non sempre belli, fra l'altro).


I.S.: Per la miseria! Allora forse noialtre siamo salve!

L.: Questo è quello che TU credi...

I.S.: Cara Lisa, siamo ormai agli sgoccioli della nostra intervista ma io ho ancora un'ultima domanda: hai mai pensato che, forse, tra te e Giacomo Maria potrebbe nascere qualcosa di più? Ho sentito che qualcuno mormora...

L.: La domanda giusta al momento giusto! Proprio stanotte ho fatto un sogno erotico su Giacomo Maria!


I.S.: E....?


L.: Era impotente. Abbiamo finito?


I.S.: sì, l'intervista è finita. Comunque la minigonna con gli anfibi che hai stamattina fa molto pulp fiction, potrei scriverci un articolo fashion!!!


L.: Così spero che cambierai maglietta.



mercoledì 21 marzo 2012

i veri cartoni diseducativi

Per fortuna mia madre era una donna saggia e mi vietava categoricamente di guardare Heidi, cartone che insegna la paziente sopportazione delle avversità della vita. Allo stesso modo non potevo guardare Sara lovely Sara, che narrava di una ragazzina rinchiusa nella soffitta di un orfanatrofio e avversata da tutti: le avevano anche rubato la bambola, l'unica amica che aveva; così la povera Sara s'era messa a parlare coi topi e a farseli amici, e i gestori del collegio, scopertolo e presi dall'odio, avevano disinfestato la mansarda: la povera Sara si trovava nuovamente sola.
Ma in tutti questi cartoni, il messaggio c'è, non temete.... ed è: c'è speranza per tutti!
Sara lovely Sara scopre, infatti, alla fine dell'ultima puntata e dopo avversità tali che mancava solo la tortura, di essere figlia di un ricchissimo signore, che l'aveva cercata per tanti anni.
A prescindere dal fatto che lanciare un messaggio in un cartone animato è una cosa impegnativa, se oltretutto questo messaggio è: "sopporta pazientemente i tuoi aguzzini, prendi in mano i topi e parlaci, non tentare di cambiare nulla nella tua vita e prima o poi andrà tutto a posto" allora forse, dico forse, o chi ha scritto 'sta roba non ha capito niente della vita, o per lo meno non l'avrà insegnato ai suoi figli.

Ovviamente, da piccola, non capivo perché mi vietassero la visione di quei cartoni...
Oggi lo so: non sono educativi... provate a pensare a come sarei se fossi cresciuta con questi tarli!

A mia volta, settimane fa, ho vietato la visione di Heidi alla mia cuginetta più piccola, dopo la seguente scena:

"Carlotta, amore, cosa stai guardando?"
"Guardo Heidi... vuoi vederla con me?"
Mi siedo sul divano e assisto ai seguenti tre minuti d'orrore: è inverno e nevica. Heidi si reca da una nonnina che abita in una capanna di un metro per due e sta su una sedia a rotelle.
"Nonnina, nonnina!" le strilla la bimba, con un sorriso dagli occhi sbrilluccicosi "vieni fuori a fare un pupazzo di neve con me!!!"
"Cuore mio..." le bisbiglia la nonnina con sguardo perso nel vuoto, "nonnina è in sedia a rotelle e non può fare i pupazzi di neve!"
"Oh nonnina, ma ne hai mai fatti?"
"No piccolina: nonnina è in sedia a rotelle da tutta la vita..."
Il sorriso di Heidi si fa evidentemente triste.
"Oh ma nonnina mia, almeno vieni alla finestra a vedere che bella nevicata!"
"Cucciolo mio, nonnina è cieca!"

Eccheccazzo!
"Carlotta, cambia subito canale!"

Ringrazio mia madre per avermi vietato Heidi: grazie a questo accorgimento, non sono una che si impietosisce facilmente, non sopporto le avversità con rassegnazione ma le affronto tirando fuori le palle e so che, nella realtà, Heidi va a trovare nonnina ogni domenica, nonnina non le fa pesare di essere su una sedia a rotelle ed è felicissima di vederla.

*Ringrazio Giulia per l'aneddoto e anche Chica per il premio, ma 7 cose da dire su di me sono troppe.... se qualcuno dei miei ex scopre questo blog io sono finita!* ;)