sabato 5 novembre 2011

l'astinenza dei piani alti- il lancio dei lindor

Devo confessare che negli ultimi tempi non ho molto tempo di uscire con i dementi che frequento di solito a causa del nuovo lavoro, che mi vede impegnata 10 ore al giorno. Spero mi perdonerete, quindi, se parlo ancora del mio superflirt sul luogo di lavoro, ma della mia vita sessuale al momento rimane poco altro da circa un mese.

Se comunque qualcuno volesse offrirsi volontario per tenermi compagnia quando esco dallo studio, spero sia consapevole che, se dice o fa qualche cazzata, si ritroverà sotto l'etichetta "casi clinici": al momento non perdono.

Dopo la sfuriata-bluff di giovedì, il mio ex capo si è fatto perdonare per tutto il giorno, presentandomi così ai miei nuovi colleghi:
"Lei è Lisa, una scrittrice sociopatica e ovviamente incapace di svolgere il suo nuovo lavoro. E che spero sappia che non si è meritata la promozione: ne è consapevole, vero?"
"Ovviamente."
"E concorda?"
"Naturalmente."
Supersorriso, mentre la segretaria ride come una matta guardando le nostre scenette che, da oggi, diventeranno quotidiane.
"Accompagnatela nei bassifondi, nel suo nuovo studio. Preferisce stare con molte persone o con poche persone?"
"Con poche persone."
"Benissimo: mettetela in isolamento..."
"Ma... capo, avrà bisogno di essere affiancata per ora..." interviene la segretaria.
Tanto disse la segretaria, che alla fine l'uomo dovette - malvolentieri - cedere.

Così mi trovo in uno studio di 20 mq e un mac di dimensioni abnormi, ai piani alti. Per ora insieme a una collega simpatica, che nel pomeriggio se l'è filata. Prossimamente avrò il mio studio personale.

Appena i colleghi se la filano per una riunione, il mio ex capo avanza nel corridoio: "siete andati tutti via?"
"No, ci sono io..." rispondo con un filo di voce.
Neanche a dirlo, in un nanosecondo è sulla porta del mio studio.
"Prenda!" mi dice sorridendo, e inizia a lanciarmi dei lindor. Presi al volo.
Si avvicina. La prima pratica è già finita, me ne mette altre due sul tavolo e me le spiega. E' contento come un bambino davanti ai pacchetti di Natale e azzarda anche uno sfioramento di mano.

In ogni caso, gli faccio capire che sono qui per lavorare e non per fare la stupida con lui: non sarà più il mio capo, ma se crede di fare solo il cretino non se ne fa nulla.
Scendo a fumare una sigaretta e, due ore dopo, me ne vado mentre riceve un cliente.

La prossima mossa è ancora ignota: vivo alla giornata.

2 commenti:

  1. non vorrei incasinare le "etichette" ma solo buttar lì uno spunto di riflessione: il "maschio alfa", a suo modo, non è pure lui un "caso clinico"?
    mentre rifletto esco a prendere un po' d'acqua e vento.
    alla prossima
    -m

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  2. ovviamente. Forse il peggiore che abbia incontrato. Però è talmente paraculo che mi ci diverto.

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