giovedì 3 novembre 2011

Maschio alfa- nonché il bluffone

Beh, dunque.
Da oggi in avanti il maschio alfa merita una categoria a parte, poiché dopo avermi salvato la carriera con un colpo di genio da filantropo d.o.c. (non starò qui a raccontarvi i dettagli) e avermi fatta entrare nel suo entourage, oggi mi salta fuori con una scena inaudita.
Ecco dunque il racconto della sacra indignazione di Lisa.

Entro nello studio con delle carte da firmare per il mio nuovo impiego: non sono più una dipendente ma ho ancora bisogno della sua firma. Preavviso per rimediare i moduli: me l'ha detto il 1° novembre e dovevano essere pronti per stamattina.
"Ho solo un minuto eh, si spicci"
"Sì, ecco qua." dico estraendo i moduli.
"Cos'è sta roba?" mi chiede coi nervi a fior di pelle.
"I moduli che deve firmare, l'ultimo deve farmelo Lei su carta intestata"
sottotitolo: ti avevo detto di portarla.
"Ma cosa mi tira fuori?!" urla "io non voglio sapere niente di 'ste robe, è tutto nel mio pc nell'ufficio dell'altra città!"
"Io ho scaricato i moduli da internet..."
"Io non le firmo niente, si svegli fuori! Doveva andare nell'*altra città* e farsi fare le carte!"
"E come potevo saperlo?"
"Doveva supporlo!"
"Sa, penso sia decisamente meglio non supporre troppo!" rispondo secca. Sottotitolo: datti una calmata, bifolco.
"Scusi lei, ma non vorrà mica che le dica anche come vestirsi la mattina?!"
"Mmmbeh..." mormoro alzando un sopracciglio con un mezzo sorriso. Sottotitolo: volendo potrebbe essere divertente.
Maschio alfa si ammorbidisce.
Vedo che sotto sotto se la sta godendo: al pessimo bugiardo scappa un mezzo sorriso. Non mollo: non mi tratti così neanche per scherzare.
"Lei non ha mica idea di cosa sia il suo nuovo impiego.", continua con la pantomima "Non è mica più una mia dipendente, si deve arrangiare! Glielo farò capire in poche parole: dovrà correre. Ed essere anche contenta di farlo!"
Mi alzo in piedi e prendo il cappotto.
"Felicissima.", ho la faccia che è tutto un programma.
"Spero di essere stato chiaro" mi dice mentre faccio per uscire, onde evitare di schiaffeggiarlo.
"Cristallino" rispondo, coi fulmini che escono dagli occhi.
Mentre ancora urla da seduto, lo fisso in piedi con braccia incrociate e faccia strafottente. Sottotitolo: hai finito? Non attacca, testa di cazzo, non mi spaventi.
"E quella bocca strafottente cosa sarebbe...?" chiede con un mezzo sorriso.
Silenzio di tomba.
Faccio spallucce.
"Vado, ci vediamo domani nell'*altra città*" dico con tono piatto.
"Chiami tizio, Caio e Sempronio, le faranno loro le carte" ormai maschio alfa è morbido come il velluto e sorride sornione.

Eh no, caro, ti fotti lo stesso.
Esco dallo studio senza guardarlo in faccia, indignata come Audrey Hapburn. Abbottono il cappotto prestando attenzione alla piega della sciarpina. Lui nota e fa un mezzo sorriso che fingo di non vedere.
Fa per scendere le scale con me, come sempre.  
Neanche  morta. 
Me ne vado da sola, veloce e con passo da gendarme.
Quando esce sulla strada e mi guarda, sicuro che l'abbia visto, mi giro dall'altra parte in compagnia di un'amica che mi avverte:
"Sta passando, non ti girare".


Incontro poi il secondo pilota.
"Come sta signorina? Il capo ha detto che oggi l'avrebbe fatta piangere"
"Piangere?! Buona fortuna, ha proprio sbagliato donna!"

Vengo poi a sapere che il maschio alfa fa così con le nuove assunte ai piani alti: tenta di farle piangere. E' il suo hobby, e se una cede per lei è l'inferno.
Sono anche sicura che ci riproverà.

Credo che, stando così le cose, dovrò presentarmi con un righello nel taschino della giacca e, in caso ci riprovi, tirarlo fuori e dirgli, presentando le manine sulla scrivania: "Se vuole le lacrime le conviene provare col dolore fisico, altrimenti credo sia fatica sprecata..."
Tutti voi credo ormai abbiate capito che lo farò davvero.

Chiamo poi Tizio Caio e Sempronio nell'altra città, e scopro che lui ha già chiamato dicendo che vuole che lavori nei suoi stessi orari.

Ora, io mi chiedo: valeva la pena spezzare un idillio per assicurarsi che io abbia le palle? Non l'aveva mica capito?

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