martedì 20 novembre 2012

c'è speranza per tutte/i

E' quando non pensi più a quanto schifo fa questo tempo che se ne esce una giornata di sole a novembre.
E mentre in macchina Janis Joplin gridacchia nell'autoradio, mi squilla il telefono.
"Lui mi ha detto che mi ama! Ha ceduto! Lisa, ha detto che mi ama!"
Rimango di sale e riesco a inchiodare in tempo prima di entrare nel bagagliaio di un'audi.

Lei piange dalla gioia... e te credo!
Lui è uno scapestrato mezzo puttaniere, che stava con lei da nove mesi ma pretendeva una relazione aperta.
In realtà, anche se faceva lo stupido in giro, io dubito seriamente che abbia avuto qualche altra donna.
Sapete, uno di quegli uomini che fanno i duri e gli insensibili e poi una bella sera si abbandonano e dormono sul tuo seno, e poi si svegliano e sembra sia successo qualcosa di irrimediabile per cui devono fare gli stronzi e riprendersi la loro bella chiusura a riccio.
E lei per quelle sere con lui stretto al petto sopportava quasi con tenerezza i suoi cambi d'umore, e mi diceva "Secondo me l'hanno ferito, ma ho pazienza".
La vedevo in lacrime, a volte, quando per giorno magari lui rimaneva di quell'umore dolce e poi se ne usciva con una delle sue trovate.
Quante volte le ho detto "o te lo scopi e basta o lo molli, non puoi continuare a stare così!"

Ma lei niente, imperterrita: martire, illusa, stupidamente innamorata, io non lo capivo.
Lui non era nemmeno 'sto granché da potersela tirare in quel modo, a dirla tutta.
Così stamattina c'era un gran sole a novembre: tiepido, luminoso, dopo giorni di nuvole.
Non me l'aspettavo.
E lei, la sentivo dalla voce che era bella questa mattina.
Gli occhi luminosi e quel suo grande, stupidissimo e quasi suicida amore era corrisposto.

No, io non ne sarei mai stata capace.
Io sono quella che se mi fai un tiro del genere ti spedisce nel paese dei balocchi con un anfibio infilato nel deretano.
Anche se quando Johnny si arrabbia mi manca un po' la terra sotto i piedi e ho imparato a tenermi l'anfibio sul piede e cercare di non farci male. Lui ha imparato a chiedere scusa.

Ma dalla mia amica ho imparato la fiducia.
Non capisco perché volesse così tanto quell'uomo, proprio lui, così tanto.
Ma era talmente felice e contagiosa che stavo sfondando un'audi quando mi ha detto "andiamo a vivere insieme".

A proposito, c'è stata una seconda telefonata al semaforo.
Una voce molto gay e non più giovane che chiedeva di Marco.
"Ha sbagliato numero"
"ma non è il XXXXXX?"
"sì..."
"E... tu non sei Marco?"
"ehm... no, che io sappia no"

Ma c'è ancora chi dà il numero sbagliato?

8 commenti:

  1. non ho mai desiderato qualcuno come la tua amica, disposta ad aspettare cosi'...., forse...ma anche no....forse inconsciamente si.., boh!
    Sono come te,...mi tengo l'anfibio o la francesina! :)

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    1. mi raccomando: prima di tutto, mirare agli stinchi. Niente colpi sui gioielli di famiglia, non è leale U_U

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  2. ciao.
    ehm sarei Marco.
    ha chiamato qualcuno per me?

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    1. mentivo. non sono marco.
      e non aspetto chiamate.
      però ti leggo da un po'.
      ho trovato delle cose, qui.
      ciao.

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    2. grazie ^^ sì, mi ricordo di te.
      Ripasserò anch'io a trovarti.
      Ciao

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  3. che bella storia lisa, di quelle che succedono solo sui blog :)

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